Inchiesta Reset, Cassazione accoglie ricorso: Occhiuzzi torna libero

Cosenza Cronaca
Francesco Occhiuzzi

La Corte di Cassazione ha disposto ieri l’annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata e del provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro il 2 agosto dell’anno scorso revocando i domiciliari a carico di Francesco Pompeo Occhiuzzi, di cui ne è stata disposta così l’immediata liberazione.

Il conduttore tv, tramite i suoi legali, aveva infatti impugnato l’ordinanza emessa dal Tribunale della Libertà di Catanzaro, con la quale veniva rigettato il ricorso per il riesame dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro.

Occhiuzzi era stato coinvolto infatti nell’inchiesta Reset (QUI), operazione della Dda di Catanzaro che nel settembre scorso aveva provocato un vero e proprio tsunami su Cosenza, coinvolgendo oltre duecento indagati (QUI).

“Sono ancora in una bolla e non me ne rendo conto” ha commentato a caldo lo stesso presentatore. “Da sempre la compressione della libertà dell’innocente è considerata la massima ingiustizia – ha poi aggiunto - ma in un sistema di custodia cautelare deficitario come quello italiano, la prognosi di colpevolezza rappresenta una anticipazione della sentenza di condanna, estremamente valorizzata dal tribunale mediatico. Anche se mi sento colpevole di essere italiano, questa volta la giustizia ha trionfato. Un potere pubblico irresponsabile rappresenta, spesso, un irrimediabile squilibrio democratico”.

Esultano anche i legali di Occhiuzzi, Sabrina Mannarino, Vito Caldiero senior e Carmine Curatolo: “Esprimiamo grande soddisfazione per il provvedimento adottato dalla Corte Suprema di Cassazione, provvedimento ampiamente liberatorio che sin dalla lettura dell’ordinanza, emessa dal Tribunale della Libertà, auspicavamo ed avevamo previsto”.

Per i difensori va però effettuata una profonda riflessione sull’attuale sistema di verifica delle misure cautelari in sede di riesame “in quanto – sottolineano - come noto a noi operatori del diritto, spesso accade che i giudici del Tribunale del Riesame sono chiamati ad esprimersi in tempi assai stringenti su provvedimenti cautelari che non permettono una vera ed approfondita analisi della fattispecie sub-judice”.

“In altre parole, il rischio connesso alle maxi-operazioni è che i Giudici del riesame non abbiano il tempo e il modo per valutare approfonditamente la singola vicenda riguardante la libertà personale dell’indagato”, evidenziano Mannarino, Caldiero e Curatolo.

I legali precisano, inoltre, che “nel corso delle esecuzioni della misura cautelare, di comune accordo con il nostro amico Francesco Occhiuzzi, non abbiamo avanzato nessuna istanza di revoca e/o sostituzione della misura cautelare, nella piena convinzione che come anticipato, la Corte Suprema di Cassazione avrebbe posto la parole fine alla vicenda cautelare”.