Omicidio Morelli, un altro fermo. La vittima uccisa per caso?
Una seconda persona è stata fermata dalla polizia nell’ambito delle indagini sull’omicidio del 29enne Antonio Morelli (QUI): si tratta del 30enne Saverio Bevilacqua che si ipotizza sia stato alla guida dell’auto, una Fiat Punto bianca, usata dal cognato della vittima, il 31enne Damiano Bevilacqua, ritenuto l’assassino, e dopo il fatto fuggito a Catanzaro dove avrebbe trovato rifugio a casa di un familiare, nel quartiere Aranceto, proprio lì poi rintracciato e fermato alla polizia (QUI), fermo convalidato dal Gip Arianna Roccia che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e contestualmente trasmesso gli atti al Tribunale di Reggio Calabria , per competenza territoriale.
Le indagini sull’omicidio di Morelli sono coordinate infatti dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Stefano Musolino, e condotte dalla Squadra mobile del capoluogo dello Stretto, diretta da Alfonso Iadevaia.
Da quanto finora ricostruito, l’assassinio potrebbe essere maturato nell’ambito di una lite familiare: l’ipotesi è che Damiano Bevilacqua abbia percosso la moglie, Valentina Morelli, sorella di Antonio, al punto di causarle delle fatture multiple delle ossa nasali e del setto nasale.
Secondo quanto riperso dalle telecamere di videosorveglianza, nella zona, e nel pomeriggio di quel giono, Vito e Gianluca Morelli, gli altri due fratelli della donna, si aggiravano per il Rione Marconi “con il verosimile intento di rintracciare Damiano Bevilacqua e punirlo per le lesioni inferte alla sorella”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.
In particolare Vito, che si trovava ai domiciliari, sarebbe stato visto impugnare una pistola mentre poco prima della sparatoria, l’altro fratello, Gianluca, a bordo di una Lancia Y avrebbe urtato volontariamente la Smart di Damiano Bevilacqua.
Ne sarebbe seguito un inseguimento con Bevilacqua che, armato di una pistola, a bordo della Fiat Punto bianca condotta da un’altra persona, sarebbe arrivato intorno alle 17:39, sarebbe sceso dall’auto e raggiunta la casa di Vito Morelli avrebbe incrociato Nino Morelli sparando sei colpi di pistola ferendolo mortalmente.
Secondo questa ricostruzione operata dagli investigatori, quindi, verrebbe escluso che la vittima abbia tentato di aggredire il cognato, e che Morelli potrebbe essere stato ucciso solo per caso, perché si trovava nei pressi dell’abitazione del fratello.