‘Ndrangheta ad Asti, scatta l’operazione Mare Magnum: dodici arresti
Dodici persone sono state arrestate stamani dai carabinieri del nucleo investigativo di Asti tra il capoluogo piemontese, e le città di Palermo, Pisa e Cu neo.
Agli indagati - sette quelli finiti in carcere mentre gli altri cinque sono stati messi ai domiciliari - si contestano, a vario titolo, il tentato omicidio aggravato, la detenzione e il porto abusivo di armi, la detenzione e lo spaccio di stupefacenti, l’estorsione e la rapina in abitazione.
Le indagini sono partite cinque anni fa, nel 2018, e sono state sviluppate attraverso l’incessante monitoraggio di noti pregiudicati del posto oltre che valorizzando alcuni elementi investigativi raccolti nell’ambito di una precedente operazione, denominata “Barbarossa” (QUI), che nei mesi scorsi ha portato alla condanna in via definitiva, per associazione di tipo mafioso, di numerosi soggetti facenti parte della ‘ndrangheta calabrese presente nella zona.
L’attuale operazione, chiamata in codice “Mare Magnum”, si ritiene invece abbia disvelato la crescente affermazione della famiglia Lo Porto, a carico di alcuni componenti della quale sono stati contestati dei gravi episodi.
Tra i destinatari della misura odierna, tra gli altri, figura anche Francesco Belfiore, 50enne considerato appartenente alla storica famiglia attiva nella provincia di Torino originaria di Gioiosa Jonica (nel reggino), fratello minore del più noto Domenico, condannato definitivamente per l’omicidio del Procuratore di Torino Bruno Caccia.
Secondo gli investigatori, dunque, si sarebbe ora fatta luce su diversi crimini avvenuti nella provincia di Asti tra il 2017 ed il 2020.
Nello specifico gli inquirenti parlano di un tentato omicidio a colpi di pistola ai danni di un pregiudicato albanese, commesso ad Asti il 6 ottobre del 2017; diversi casi di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, alcune delle quali utilizzate a scopo intimidatorio.
Inoltre, dell’incendio doloso di un’autovettura come ritorsione ad una famiglia del posto ed avvenuta nel quartiere “Praia” nel novembre del 2018; di due estorsioni per il recupero di crediti subite da imprenditori locali; di numerosi episodi di detenzione e spaccio di stupefacenti.
Ed ancora, di tre efferate rapine in abitazione commesse nelle province di Cuneo e Alessandria, una avvenuta l’11 ottobre del 2018 a Santo Stefano Belbo (CN) ai danni della nota famiglia Santero, in cui gli indagati, qualificatisi come appartenenti alla Polizia di Stato, sarebbero riusciti ad impossessarsi con la violenza e le minacce, di denaro in contanti, orologi e monili di pregio.
Una seconda rapina commessa il 19 ottobre 2018 a Bosio (AL): qui, gli indagati, si sarebbero presentati come carabinieri con tanto di placca al collo riuscendo a portare via diversi oggetti preziosi. Infine, la terza effettuata il 23 dicembre del 2019 ad Alba (CN) in cui vennero asportati contanti e oggetti preziosi.
Nell’ambito del procedimento di oggi, sono indagate in tutto e a vario titolo venticinque persone, la cui posizione è tuttora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
GLI ARRESTATI
In carcere sono così finiti: Francesco Belfiore, cl. 73, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Rovigo; Armando Bonanno, cl. 94, residente a Palermo; Ignazio Giovane, cl. 74; Patrik La Comare, cl. 84, attualmente detenuto presso la casa di reclusione di Volterra (PI); Valerio Pillitteri, cl. 89; Giastin Stentardo, cl. 85, attualmente detenuto presso la casa di reclusione di Alba (CN); Stefano Valfusi, cl. 77.
Ai domiciliari, invece, Claudio Roberto Arduini, cl. 75; Angelo Bufalino, cl. 62; Gabriele Frigoli, cl. 55; Carlo Frigoli, cl. 67; e Franco Vacchina, cl. 61.
Nel corso delle indagini, allo scopo di riscontrare i reati, sono stati eseguiti degli arresti in flagranza per reati in materia di armi e stupefacenti con il sequestro di ingenti quantitativi di droga e denaro contante oltre che di armi da fuoco.