Investito ed ucciso in centro a Crotone, automobilista condannato per omicidio stradale
A quasi due anni dalla tragedia è arrivata un po’ di giustizia per i familiari di Antonio Leonardo, l’ottantatreenne di Cologno Monzese (nel milanese) investito e ucciso il 21 agosto 2021 mentre attraversava la strada a piedi nella sua città di origine, Crotone (QUI).
Nel pomeriggio di ieri, venerdì 14 luglio, nel tribunale della città calabrese, all’esito dell’ultima udienza del processo, avanti il giudice monocratico Elisa Marchetto, l’automobilista che lo ha travolto è stato condannato per omicidio stradale ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale: si tratta di un crotonese di 46 anni, F.A.
Leonardo, ex operaio della Magneti Marelli, aveva mantenuto solidi legami con la sua città natale dove aveva vissuto per quarant’anni ed era molto conosciuto anche per aver gestito, prima di trasferirsi in Lombardia, un noto negozio di abbigliamento, la Casa del Risparmio. Ogni estate vi faceva ritorno a casa per trascorrere qualche settimana di vacanza.
La sera del 21 agosto Leonardo, che proprio il giorno prima aveva compiuto 83 anni, alle 21 stava attraversando a piedi via Miscello Da Ripe, strada urbana con il limite di 50 km/h, per raggiungere dall’altro lato della strada piazzale Nettuno.
Non era sulle strisce pedonali, ma ciò non ha alcun rilievo, nello specifico, non essendovi nel raggio di cento metri alcun altro attraversamento pedonale, come ha accertato anche Luigi Lopez, Consulente Tecnico d’Ufficio incaricato dal Pubblico Ministero della Procura di Crotone titolare del relativo procedimento penale, Ines Bellesi, di redigere una perizia cinematica per stabilire dinamica, cause e responsabilità del sinistro.
I familiari della vittima, per essere assistiti e ottenere giustizia, attraverso il consulente Giuseppe Cilidonio, si sono affidati ad una società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha messo a disposizione come consulente tecnico di parte per le operazioni peritali Stefano Romano.
Di più, il pedone, come ha accertato il Ctu, “era ormai giunto nella fase finale del suo attraversamento, intrapreso da sinistra verso destra della carreggiata”, per citare la richiesta di rinvio a giudizio emessa dal Sostituto Procuratore a carico di F.A. al termine delle indagini preliminari (QUI), quand’è stato centrato dalla Toyota Auris condotta dall’imputato, che procedeva con direzione centro-periferia a una velocità di 52 km/h (la vettura era dotata di scatola nera che ha registrato il “crash” a quell’ora e a quell’andatura) e che, per sua stessa ammissione, non ha proprio visto il pensionato: sull’asfalto non è rimasta alcuna traccia di frenata se non dopo l’urto, né l’automobilista avrebbe compiuto alcuna manovra d’emergenza.
Come ricostruito dal perito Lopez, la vittima è stata prima urtata all’altezza della gamba destra riportando la frattura della tibia, poi caricato sul cofano, avrebbe picchiato violentemente il capo sul parabrezza per venire poi sbalzato sull’asfalto sul lato destro della macchina.
Una serie di tremendi colpi che non gli hanno lasciato scampo. Le sue condizioni sono parse subito disperate, è stato allertato l’elisoccorso che lo ha trasportato all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, ma i politraumi riportati erano troppo gravi: è spirato poche ore dopo, sabato 22 agosto.