Anpa: forte preoccupazione per la paventata chiusura della centrale del Mercure

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La Centrale del Mercure (Foto: Il Prometeo.it)

La Giunta regionale il 27 luglio scorso ha approvato, con propria delibera, il piano del Parco Nazionale del Pollino abolendo la possibilità di concessione della proroga per proseguire l’attività della centrale a biomasse del Mercure situata nello stesso parco.

Anpa – Liberi Agricoltori e l’associazione regionale imprese boschive della Calabria, esprimono la loro ferma protesta e forte preoccupazione per gli effetti di questa decisione che, se non rivista, sarà un vero e proprio terremoto per l’economia regionale e in particolare per gli operatori del settore forestale. La centrale, infatti, impiega al suo interno circa 30 persone, mentre per l’intero indotto economico produce un reddito stimato in circa 28 milioni di €/anno, con un impiego di qualche migliaio di persone. Siamo, quindi, di fronte ad una seria opportunità di lavoro, in una regione dove il lavoro, come sappiamo, non c’è. E' quanto dichiara Anpa Calabria.

"La centrale opera dal 1965, ancor prima che il Parco venisse istituito (1993). Essa è alimentata solo da biomasse vergini non trattate, provenienti da silvicoltura, ovvero dal taglio legato alla coltivazione dei boschi; la produzione energetica stimata è pari a 41 Mwe ed è considerata una delle più grandi centrali a biomasse di tutta Europa. Malgrado la gravità di questa incresciosa vicenda, c’è anche qualcuno che esprime ringraziamenti e lodi, perché con la chiusura della centrale, cesserebbe un presunto inquinamento ambientale", sottolinea.

"ANPA e l’associazione regionale imprese boschive della Calabria, ritengono che rispetto a situazioni dannose per l’ambiente, bisogna intervenire, costi quel che costi. Ma non è questo il caso della centrale del Mercure. Nel merito, si ritiene utile ricordare che proprio a tutela del Parco è stato costituito da parecchi anni un Osservatorio Ambientale che controlla costantemente le emissioni ed immissioni di CO2 e che sinora non ha mai denunciato o comunicato la non salubrità dell’area", osserva.

"Da precisare, inoltre, che Trarre energia dalle biomasse ha diversi vantaggi: economico e sociale in quanto il settore utilizza legname di coltura e, in modo ecologico, consente produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Abbondanza: La biomassa è ampiamente disponibile ovunque e rappresenta una risorsa locale, pulita e rinnovabile; Una fonte di energia pulita, non incrementa il livello di anidride carbonica, non contribuisce all’effetto serra ed il basso contenuto di zolfo e di altri inquinanti (ossidi di azoto), inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili, fa si che, se usate in sostituzione a carbone o ad olio combustibile, le biomasse contribuiscono ad alleviare il fenomeno delle piogge acide; unico inconveniente è il contenuto di polveri che, comunque, le nuove tecnologie hanno ampiamente risolto", continua.

"La produzione di energia termica ed elettrica da biomassa legnosa vergine è, per definizione dell'Ue ad impatto zero. Non è un caso che per i motori endotermici la UE ha dato una proroga anche ai carburanti di derivazione vegetale. Sia la produzione di energia da biomassa che la produzione di carburanti da vegetali seguono lo stesso principio di fotosintesi clorofilliana, l'utilizzo dei prodotti vegetali ha bilancio co2 pari a zero", afferma.

"Alla luce di quanto sinora affermato, quindi, chiederemo nei prossimi giorni un incontro al Presidente Occhiuto al fine di concordare una soluzione che consenta di dare continuità all’attività della fonte rinnovabile e di ricercare responsabilmente, assieme a tutti gli attori interessati alla vertenza, una soluzione che continui, come avvenuto sinora, a tutelare sia l’economia che l’ambiente, questo lo dobbiamo alle migliaia di famiglie che in questo settore operano e che non hanno mai chiesto sussidi o sostegni economici gratuiti ma vogliono andare avanti con i proventi del proprio lavoro", conclude.