Esperti: Calabria regione sempre più anziana, ma l’assistenza resta insufficiente

Calabria Salute

L’Italia si conferma uno dei Paesi più anziani del mondo e con ulteriori prospettive di invecchiamento: entro il 2050 la proporzione di agée tenderà a raddoppiare, passando dall’11% al 22% della popolazione totale.

Un mutamento demografico che impone provvedimenti in ogni ambito, a partire dal campo scientifico, dove diventa strategica la geriatria con la sua specificità e la sua importanza in quanto disciplina cardine per il paziente anziano fragile complesso.

Questa attenzione è tanto più importante in una regione come la Calabria, i cui numeri in sanità sono meno efficienti rispetto al resto d’Italia e dove il processo di invecchiamento è destinato ad accelerare nei prossimi anni.

Questi spunti saranno al centro del 37° Congresso Nazionale della Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio, in corso sino al prossimo 6 ottobre presso il Campus Universitario “Salvatore Venuta”, Corpo L, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Presidenti del Congresso sono il Prof. Alberto Pilotto, Presidente della Sigo, Direttore del Dipartimento Cure geriatriche, ortogeriatria e riabilitazione dell’Ospedale Galliera di Genova, professore di Geriatria presso l’Università degli Studi di Bari; e il Dott. Giovanni Ruotolo, Vicepresidente Sigot e Direttore del Dipartimento di Medicina dell’A.O. Pugliese Ciaccio di Catanzaro.

Tra i temi affrontati vi sono la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, la qualità dell’assistenza per gli anziani, la prevenzione e il trattamento delle malattie geriatriche, la formazione e l’aggiornamento professionale. Sarà un’importante occasione per l’ateneo calabrese, impegnato a restituire alla Geriatria una centralità necessaria.

NEL 2050 OVER 65 SARANNO IL 36,3%

Il Censimento della popolazione in Calabria del 2021, pubblicato il 19 settembre scorso, rileva come l’età media si sia innalzata rispetto al 2020 da 45,2 a 45,5 anni.

Gli effetti più rilevanti saranno nel medio periodo: come si evince dai dati Istat 2018 sulle previsioni demografiche, nel 2065 l’età media della popolazione calabrese salirà a 51,9, superiore a una media nazionale di 50,1 anni.

La percentuale di over65, attualmente il 20,9%, salirà fino al 36,3%, valore più alto di quello previsto per l’Italia nel suo complesso. Parallelamente, diminuirà la popolazione giovane (0-14 anni), determinando uno squilibrio tra queste due componenti della popolazione.

L’INSUFFICIENZA DELLE RISORSE

Nonostante queste prospettive, le risorse messe a disposizione della Regione restano insufficienti. “In Calabria i presidi residenziali socio-assistenziali e sociosanitari sono circa 300, ossia 1,6 presidi ogni 10mila abitanti, contro una media nazionale di 2,1 per 10mila abitanti” sottolinea il Dott. Giovanni Ruotolo.

La regione - prosegue - offre in totale 7260 posti letto, che rappresentano solo l’1,8% di quelli disponibili in Italia. Per quanto riguarda i posti letto per anziani, in Calabria sono 95 per 10mila abitanti, rispetto ai 222 di media nazionale. Se la Calabria è agli ultimi posti per l’assistenza ospedaliera, il risultato non è dissimile per l’assistenza domiciliare integrata: nella regione ne usufruisce l’1,01% tra gli over65 e l’1,7% tra gli over75, ponendo la Calabria al quart’ultimo posto, prima solo di Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano e Sardegna”.

Gli anziani con multimorbilità e i malati fragili, ossia chi ha perso la propria autonomia funzionale, sono in costante aumento – spiega la Professoressa Angela Sciacqua, docente di Geriatria e Direttore della Scuola di Geriatria presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro e Direttore della Geriatria Universitaria AOU Renato Dulbecco.

In Calabria - puntualizza ancora - vi sono oltre 400mila pazienti cronici e di questi circa il 40% hanno tra i 75 e gli 84 anni, mentre il 50% ne ha più di 85, con solo la percentuale rimanente che sta tra i 65 e i 74: una mole importante di pazienti cronici è dunque composta da anziani che spesso sono anche fragili. Per far fronte a questo fenomeno in crescita serve una sinergia tra gli ospedali, che assistono i malati acuti, e le strutture sul territorio, che devono garantire una buona qualità di vita dopo la degenza ospedaliera con strutture residenziali e assistenza domiciliare integrata, ma le strutture sono ancora insufficienti”.

Secondo Sciacqua “serve poi una rete di assistenza domiciliare integrata tra Medici di Medicina Generale, infermieri, assistenti sociali, specialisti, ma il primo ostacolo si incontra nella carenza di personale. Nel nostro ateneo abbiamo aumentato i posti di specializzazione in geriatria a 14, diventando una delle scuole in Italia con più posti e quindi un modello virtuoso in un momento in cui vi è una domanda crescente di questa specializzazione, che sviluppiamo a 360°, in ospedale e sul territorio, ossia in ogni struttura dove il geriatra dovrebbe essere presente”.