L’Ospedale di Crotone e i pregiudizi fuorvianti: “io mi sono sentita protetta e nel posto giusto”
Riceviamo e pubblichiamo.
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“Ospedale di Crotone: vietato ammalarsi. Recitava così un cartello affisso ai cancelli del San Giovanni di Dio durante una manifestazione dei sindacati del settore sanità. Poche parole, ma eloquenti e dolorose che mi sono rimaste impresse. Già, perché quando si parla di salute e di assistenza ospedaliera nella nostra città, sono sempre i casi di malasanità, accertati o presunti, che più facilmente ricordiamo.
E spesso sono fonte non solo di indignazione e rabbia verso un sistema che andrebbe riorganizzato, ma anche di preoccupazione visto che dell’ospedale, purtroppo, potremmo averne bisogno tutti, prima o poi.
Così, quando capita a te di dover varcare la soglia di un reparto, magari per subire un intervento chirurgico, alla naturale apprensione che la malattia genera in ogni paziente si aggiunge l’ansia provocata da quelle storie di malasanità.
Quando è toccato a me, nei giorni scorsi, non nascondo di aver avuto qualche dubbio: mi chiedevo se avessi fatto bene a decidere di operarmi all’ospedale di Crotone e se non fosse stato meglio rivolgermi altrove.
Oggi, posso dire di essermi completamente ricreduta e, anzi, desidero pubblicamente ringraziare chi con tanta professionalità e amorevolezza si è preso cura di me.
Dopo una diagnosi di ernia epigastrica, il 6 ottobre scorso ho subito un intervento di ernioplastica in day hospital. Fin dal mio arrivo nel reparto di Chirurgia, all’orario stabilito per il ricovero, sono stata accolta con premura e gentilezza e, successivamente, preparata per entrare in sala operatoria.
Il personale presente, accortosi del mio stato d’animo particolarmente ansioso, ha saputo tranquillizzarmi con estrema dolcezza e pazienza, trasmettendomi serenità.
Quando il chirurgo, dottor Marco Cannistrà è arrivato, la mia agitazione era scomparsa e ho avuto la sensazione di sentirmi in buone mani.
L’intervento è andato bene e, una volta tornata in reparto, sono stata assistita fino alle dimissioni da infermieri e operatori socio sanitari che si sono dimostrati disponibili e attenti alle esigenze di noi pazienti.
Rientrata a casa ho ripensato ai pregiudizi con cui ero entrata nel nostro ospedale e mi sono resa conto di quanto a volte possano essere fuorvianti.
Non perché al San Giovanni di Dio vada tutto bene, ma perché anche qui, nonostante le tante carenze, esistono professionisti preparati e professionali, che sanno coniugare competenza e umanità e che lavorano e danno il massimo malgrado tutto.
A tutti loro, intendo rivolgere il mio sentito ringraziamento per quello che fanno per rendere migliore la vita dei pazienti. Un ringraziamento speciale, però, va al dottor Cannistrà che mi ha operata, e ai medici, agli infermieri e agli OSS del reparto di Chirurgia, oltre che agli anestesisti e a tutto il personale di sala operatoria, che mi hanno fatta sentire protetta e nel posto giusto”.
Lettera firmata