Alta velocità. Pd: “Scippo doloso. Il Governo vuole rinviarne sine die la realizzazione”
“Con il Governo Meloni è calato il sipario sulla realizzazione della nuova linea di Alta Velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. Lo stesso presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, non ha mai fatto alcun riferimento, nella sua quotidiana campagna di annunci e promesse di presunte cose da fare, alla realizzazione di questa opera, la cui prioritaria funzionalità dovrebbe essere quella di rendere meno periferiche e marginali vaste aree del sud e, al tempo stesso, compiere l'unità d'Italia, anche sotto l’aspetto fisico-territoriale.”
A sostenerlo è Franca Sposato, del dipartimento Infrastrutture e Trasporti Partito Democratico della Calabria, ribadendo come l’infrastruttura porterebbe alla nostra regione i maggiori vantaggi, “non soltanto per la facilitazione dei collegamenti, ma perché una linea veloce finalizzata al trasporto di persone e merci costituirebbe un vero e proprio volano per lo sviluppo economico” evidenzia la dem.
Il progetto, presentato nel 2021 al Parlamento italiano da RFI, infatti, soprattutto con l'immediata realizzazione del raddoppio della galleria Santomarco, consente a Gioia Tauro di essere il più conveniente e competitivo porto polifunzionale nel Mediterraneo, dal momento che le merci possono facilmente raggiungere il cuore dell’Europa su ferrovia e non più solo via mare.
Sposato sottolinea che è stata la presentazione, nei giorni scorsi, di una interrogazione parlamentare dell’ex ministro ai trasporti, Paola De Micheli, ad aver consentito, attraverso il confronto in Aula con il rappresentante del Governo, “di scoprire l'arcano di tanto silenzio da parte dei governi nazionale e regionale”.
“Il Governo Conte2 prima e il Piano PNRR presentato dal presidente Draghi poi - spiega Sposato - hanno finanziato il primo lotto, per un importo pari a 1,8 mld euro, per la tratta Battipaglia-Romagnano, perché di possibile realizzazione entro la scadenza dei termini previsti per l'attuazione degli interventi PNRR ed è stato decretato un finanziamento di ben 9,4 mld euro sul fondo Complementare, a carico del bilancio dello Stato, per la prima fase di realizzazione dell'opera fino a Tarsia”.
Per la dirigente Pd, il Governo Meloni avrebbe dovuto, quindi, monitorare la rapida ed effettiva realizzazione dei lotti programmati e al tempo stesso decidere, in sede di approvazione della legge finanziaria, il finanziamento relativo al completamento dell’opera fino a Reggio Calabria.
“È venuto fuori, invece, che la nuova tratta fino a Tarsia non si potrà più realizzare. Praticamente circa 9,4 Mld sono stati finora congelati o addirittura verranno cancellati. Uno scippo vero e proprio - precisa ancora la Demo - a danno della Calabria, prima di tutto. Ancora più grave è che il Governo non chieda neanche conto a RFI delle contraddittorie motivazioni con cui si propone come tracciato della nuova linea l'ipotesi della direttrice tirrenica al posto del corridoio "autostradale" che segue l'andamento della A2”.
“La precedente scelta, fatta da RFI a favore del corridoio autostradale - aggiunge - fu l'esito di uno Studio di Fattibilità, oltretutto svolto solo circa due anni addietro, che è costato alle casse pubbliche ben 35 milioni di euro. Uno studio che ha evidenziato ciò che già sapevamo cioè che il tirrenico è un corridoio impossibile! Nonostante l’evidenza dell’analisi svolta e l’enorme cifra per essa spesa oggi, però, disinvoltamente si sostiene l'esatto contrario”.
Secondo Sposato sarebbe quindi legittimo il sospetto che le motivazioni di oggi “siano tese solo ad innalzare polveroni, confusione e, persino, fomentare immotivate contrapposizioni campanilistiche con il chiaro intento di creare le condizioni di rinviare sine die la fattibilità dell'opera. Uno scippo doloso, di cui il presidente Occhiuto è, di fatto, complice”
“Un scippo - prosegue - che evidenzia il grave limite dell'ascarismo dell'attuale rappresentanza governativa calabrese. Uno scippo che segna in negativo la storia del meridione di questo secolo per la manifesta volontà del Governo di promuovere politiche di forte discriminazione e di vero e proprio vassallaggio, tese a negare i livelli minimi dei diritti primari ed universali previsti dalla Costituzione per ogni cittadino italiano, a prescindere dalla propria residenza”, conclude.