Progetto MetalsReborn all’ex Italcementi: pronto in 36mesi, occuperà circa 200 persone
“Quello che realizzeremo a Vibo Marina non è solo un grande progetto che consentirà di recuperare un sito industriale dismesso e abbandonato da 10 anni, è qualcosa di molto più ambizioso: la creazione di uno stabilimento modello, unico nel suo genere, che una volta a regime sarà metà di imprenditori e manager del settore, ingegneri, ricercatori e studenti universitari da ogni parte del mondo”.
Così Oliviero Lanzani, amministratore unico della MetalsReborn, azienda del Gruppo Engitec Technologies Spa, ha introdotto l’incontro per la presentazione alla stampa del progetto che prevede la realizzazione, in gran parte dell’area un tempo occupata dallo stabilimento di Italcementi (QUI), di una fabbrica all’avanguardia per la produzione di zinco, ferro-lega e altre materie prime ricavate dalla trasformazione dei sottoprodotti delle acciaierie.
All’incontro con i giornalisti, oltre a Lanzani, hanno preso parte il presidente di Confindustria Vibo, Rocco Colacchio, l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Calabria, Rosario Varì, l’advisor legale del progetto, Francesco Manduca, e l’advisor economico Gaetano De Pasquale. Presenti anche il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, e numerosi altri rappresentanti istituzionali e politici.
L’impianto di Vibo Marina sarà realizzato in 36 mesi, per un investimento complessivo di 73 milioni di euro, con un impatto occupazionale di circa 200 lavoratori, di cui 95 assunti direttamente dalla MetalsReborn - tra ingegneri, tecnici altamente specializzati e operai comuni – e un altro centinaio nell’indotto strettamente legato al processo produttivo.
“Ma si tratta di numeri stimati per difetto - è stato spiegato nel corso della conferenza stampa -, perché i riverberi economici saranno molto più ampi e riguarderanno l’intero territorio, con conseguenze positive sulla ristorazione, sul commercio e sul settore alberghiero”.
Fiore all’occhiello dell’iniziativa imprenditoriale, infatti, è la contestuale realizzazione di un Laboratorio di ricerca e sviluppo che imbastirà rapporti di collaborazione con le università di tutto il mondo, a cominciare da quelle calabresi.
“L’obiettivo della Engitec Technologies, prima finanziatrice del progetto - ha spiegato Lanzani - non è meramente economico. L’intenzione è di costruire uno stabilimento che diventi una vetrina mondiale per l’innovativo processo produttivo denominato Ezinex di cui detiene il brevetto. Al momento, soltanto il 20 per cento dei sottoprodotti delle acciaierie è recuperabile, mentre il resto finisce in discarica con alti costi di smaltimento. Con il nostro metodo basato sull’elettrolisi, invece, il 100 per 100 dei sottoprodotti delle acciaierie che giungeranno nello stabilimento di Vibo Marina verrà trasformato in lingotti di zinco, ferro-lega, lana minerale per l’isolamento termico e sali misti, gli stessi usati, ad esempio, per la manutenzione delle strade quando nevica. Nuova vita, dunque, per un materiale che, con le attuali tecniche, non viene riciclato e impatta sull’ambiente”.
LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Ed è proprio la sostenibilità ambientale il principale valore aggiunto: “Quello che realizzeremo sarà un impianto con impatto ambientale pressoché nullo, senza produzione di scorie né alcun tipo di immissione nell’ambiente. Un impianto idrometallurgico che non utilizzerà combustibili fossili, ma solo energia elettrica per alimentare i processi che consentiranno di recuperare i metalli utili”.
La materia prima giungerà allo stabilimento della MetalsReborn principalmente via mare, sfruttando la vicinanza del porto, stivata in speciali container sigillati dai quali sarà immessa direttamente nell’impianto di trasformazione.
In totale, una volta a regime, è stato stimato che saranno 20 i mezzi che quotidianamente faranno la spola con lo scalo portuale. “Un numero estremamente contenuto - ha sottolineato ancora Lanzani – nell’ottica di una industria che mette al primo posto il rispetto del territorio”.
LA SOLIDITÀ DELL’INVESTIMENTO
Sugli aspetti finanziari è intervenuto l’advisor economico Gaetano De Pasquale, che ha sottolineato “la solidità dell’investimento - 73 milioni di euro - e la spinta del Gruppo che finanzia il progetto imprenditoriale, che può contare anche sul sostegno di due grandi banche e sull’interesse di una importante multinazionale che ha già espresso l’intenzione di investire nell’operazione”.
Nel corso dell’incontro con la stampa è stato inoltre evidenziato che il piano industriale non prevede nuove cubature, ma il recupero degli edifici esistenti nel sito dismesso, a cominciare dal grande capannone della vecchia cementeria che ospiterà il nuovo impianto della MetalsReborn, e che, a questo scopo, verrà completamente bonificato dall’amianto di cui è formata la copertura.
Un impegnativo e risolutivo intervento di bonifica che accresce le caratteristiche di rispetto ambientale dell’operazione imprenditoriale.
Concetti rimarcati e approfonditi dall’advisor legale, Francesco Manduca. “Non siamo di fronte a una semplice ipotesi d’investimento o a fumose intenzioni destinate puntualmente a diradarsi come accaduto in passato - ha evidenziato l’avvocato vibonese -. Siamo invece dinnanzi a un progetto estremamente concreto e ormai nella fase operativa. Troppo spesso si è favoleggiato sulla sorte dell’impianto dismesso di Italcementi, che però negli ultimi 10 anni è rimasto abbandonato”
LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
“Quella che ora sta prendendo forma - ha poi proseguito - è invece una svolta reale, che consentirà di apportare grandi benefici economici, sociali e culturali, rivitalizzando il territorio di Vibo Marina che non si è mai completamente ripreso dalle conseguenze della chiusura del cementificio. Ma al netto di questo, ciò che davvero conta, è la determinazione imprenditoriale degli attori in campo, con la MetalsReborn in prima fila e il Gruppo Engitec Technologies Spa che mira a fare dell’impianto di Vibo Valentia la sua vetrina mondiale per lo sviluppo e la diffusione di una tecnologia rivoluzionaria per il settore”.
“La sostenibilità economica, cioè la capacità di originare un giro d’affari in grado di sostenere i costi e generare profitti, va di pari passo con la sostenibilità ambientale. Un binomio che troppo spesso si dà per scontato, ma che in questo caso rappresenta davvero le due facce della stessa medaglia” ha concluso Manduca.
VARÌ: “UN’OPPORTUNITÀ SIGNIFICATIVA”
Infine, la chiusura dell’incontro con la stampa è stata affidata all’assessore regionale Varì, che ha speso parole di grande apprezzamento per l’iniziativa imprenditoriale e condivisione degli obiettivi di sviluppo: “È bello vedere un’azienda che ha intenzione di investire in questo territorio - ha detto -. E complimenti anche per il vostro approccio, per come avete saputo coinvolgere tutti gli enti interessanti: il Comune, la Regione, il commissario Zes, fino alla Prefettura, passaggio questo fondamentale che rivela un metodo ottimale”.
“Questa iniziativa imprenditoriale - ha ancora evidenziato - è un’opportunità significativa, non solo perché va a riqualificare un sito industriale dismesso da molti anni e promette di generare nuova occupazione e sviluppo, ma anche per un aspetto che spesso, in questi casi, non viene sottolineato abbastanza: l’impegno nella ricerca e nella formazione. Perché non conta solo l’impatto occupazionale, ma anche, e per certi verri soprattutto, la capacità di grandi aziende come la vostra di contribuire alla crescita della capacità formativa del territorio. Anche così si incrementa l’attrattività verso nuovi investimenti e si contrasta efficacemente la fuga di cervelli, consentendo ai nostri giovani di restare in Calabria”, ha concluso Varì.