Italcementi: Confindustria Vibo, trasformare crisi in crescita
L’occasione di programmare il possibile riuso dell’area Italcementi, deve rappresentare per la nostra Classe Dirigente un banco di prova su cui non è consentito sbagliare. - Lo si legge in un comunicato stampa diffuso da Confindustria Vibo Valentia - Fino ad oggi abbiamo negato la realtà, sperando che qualche ripensamento dell’ultimo minuto, potesse cambiare il destino di quella che è stata definita da tutti, “la Fabbrica”. E’ arrivato il momento di guardare oltre, di curare una ferita gravissima per la tenuta sociale ed economica di questo territorio e di farlo con una ricetta di buon senso e di duro lavoro. Una prova a cui siamo chiamati collegialmente, ma che vede in prima linea e con precise assunzioni di responsabilità, istituzioni, politica, imprenditori e parti sociali.
Confindustria non ha, ovviamente, la soluzione nel cassetto o una ricetta magica. Crediamo però nella creazione di un modello generale di cui ci dobbiamo dotare per rendere l’area appetibile al sistema degli investitori. Un modello virtuoso, che spesso abbiamo richiesto e ricercato, offrendo collaborazione a tutti i soggetti che a vario titolo possono e devono dare concretamente il loro contributo attivo, affinché sia garantito il mantenimento di livelli minimi di vita civile e dignitosa in questa area. Un’offerta di collaborazione che rinnoviamo ancora oggi, rivolta alle forze istituzionali, politiche e sociali, che insieme hanno il compito di costruire un sistema di regole certe e di tempi utili.
Riponiamo quindi fiducia nel “Tavolo di coordinamento” pensato dal Prefetto Di Bari, che rappresenta alla luce di queste brevi riflessioni, la sede più autorevole per definire un percorso condiviso indispensabile a cogliere i risultati che l’intera comunità attende, avendo imparato dal passato che ciò che non viene fatto per tempo, non ha alcuna utilità e senso, se giunge tardivo. Dobbiamo valorizzare la nostra peculiare vocazione, alla luce delle regole del nuovo modo di fare impresa dettate dalla crisi più devastante che abbiamo mai conosciuto.
Devono essere valorizzate con metodi innovativi le filiere della manifattura tradizionale e settoriale più vicina alla nostra terra ed alla nostra storia: il settore dell’agroindustria e dell’agroalimentare, la produzione di energia pulita e la valorizzazione del sistema paesaggistico e turistico ancora perla del nostro Mediterraneo. Abbiamo una chiara ed importantissima occasione per dimostrare che: investire in questo territorio governato da uomini che sono capaci di dare risposte e creare le precondizioni indispensabili ai nuovi insediamenti e soprattutto al mantenimento di quelli già esistenti, è sia vantaggioso, sia possibile.