Italcementi Vibo, Callipo: “Regione fallimentare, azienda da richiamare al tavolo”
«La disperata iniziativa dei lavoratori dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina, che stamane sono saliti sulla torre dell'impianto in dismissione per protestare contro l'ormai imminente perdita del proprio posto di lavoro e la fine della cassa integrazione straordinaria, porta nuovamente alla ribalta una vicenda emblematica del fallimento del governo regionale di centrodestra, lo stesso che continua a restare incollato alla poltrona a 5 mesi dalle dimissioni di Scopelliti». E’ quanto dichiara in una nota Gianluca Callipo.
«La vertenza Italcementi è molto complessa e può dare adito a diverse interpretazioni, ma una cosa è certa: la Regione non ha fatto nulla perché si giungesse a una conclusione positiva e si evitasse la chiusura di una realtà industriale sana, che generava ricchezza sul territorio per 100mila euro al giorno. Un'economia che assicurava lavoro e futuro a circa 400 famiglie, tra quelle dei dipendenti e le imprese dell'indotto. Una realtà che la Regione non ha difeso come avrebbe potuto e dovuto, mettendo sul tavolo un piano di investimenti per il potenziamento infrastrutturale del porto, l’impegno per un più agevole utilizzo delle materie prime presenti in zona e lo snellimento delle pratiche burocratiche. Invece Scopelliti ed i suoi consiglieri regionali hanno favoleggiato di un hub crocieristico, un parco divertimenti e altre amenità di questo tipo, con il solo obiettivo di tacitare le proteste crescenti di chi, i lavoratori, cominciava a sentirsi con le spalle al muro.
Tra le prime cose che farò una volta alla guida della Regione sarà quella di convocare l'amministratore delegato di Italcementi, nella volontà di azzerare la fallimentare gestione della vertenza da parte del centrodestra e ricominciare a ragionare sulle possibili soluzioni affinché lo stabilimento di Vibo Marina riparta, anche a seguito di una riconversione. L'impianto, uno dei più moderni d'Europa, è ancora lì e su questo bisognerà cominciare a confrontarsi».