Prefettura Vibo: convocato tavolo tecnico per i dipendenti Eni
Ci sono volute molte ore prima che i soggetti partecipanti al tavolo tecnico sulla vertenza Eni, convocato in Prefettura, giungessero ad una concreta suddivisione dei compiti. Dopo numerosi rimpalli, step by step,la soluzione sembra più vicina. Quella auspicabile, per i dipendenti Eni, per i lavoratori dell’indotto e per il territorio vibonese, sarebbe che il colosso petrolifero possa rimanere all’interno dell’area in cui attualmente si trova, mettendo in sicurezza il sito. Ma per farlo dovrà prima impugnare il diniego ufficializzato dal Comune di Vibo Valentia , in merito al permesso a costruire all’interno dello stabilimento Eni, per la messa in sicurezza dell’area. A bloccare il Comune, l’ordinanza 61 che prevedeva, in seguito all’evento alluvionale che colpì nel 2006 le marinate, la delocalizzazione delle industrie ricadenti in zone ad alto rischio idrogeologico. Il ricorso una volta presentato, dovrà essere inoltrato all’autorità di bacino regionale che già si era espressa favorevolmente sul piano di messa in sicurezza presentato dall’Eni. Una volta compiuti questi passi, il tavolo tecnico si sposterà dalla Prefettura alla sede regionale della Protezione Civile e da qui si dovrà ripartire per cercare di trovare una soluzione che permetta non solo la permanenza dell’Eni all’interno dell’attuale stabilimento, ma anche la messa in sicurezza dell’intero territorio delle marinate, ancora in forte ritardo.
Il 31 dicembre, data ultima per cercare una soluzione che metta tutti d’accordo, è dietro l’angolo. Perciò bisogna fare in fretta. Rimane però un paradosso tutto vibonese. E’ mai possibile che in un territorio che soffre più di altri l’emergenza occupazionale ed economica della regione, si debba sbarrare la strada ad un’azienda che se rimanesse continuerebbe a garantire lavoro e benefici economici al territorio?