Agguato in pieno centro a Reggio Calabria, c’è un arresto
C’è un arresto per il caso dello spregiudicato tentato omicidio avvenuto nello scorso mese di ottobre lungo una via di Reggio Calabria, in pieno giorno (QUI).
I finanzieri del capoluogo hanno infatti eseguito un’ordinanza cautelare in carcere, emessa dalla Sezione Gip del Tribunale locale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a cardico del 50enne Emilio Minniti, contestandogli appunto il reato di tentato omicidio, aggravato in quanto connesso ad attività mafiosa, e la detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
La cattura arriva al termine di una indagine del Gico che ha ricostruito quanto avvenuto nella mattinata del 13 ottobre (QUI), quando la vittima, Gioele Carmelo Mangiola, 38enne già noto alle forze dell’ordine, aveva richiamato l’attenzione di una pattuglia della Guardia di Finanza che lo fece poi trasportare in ospedale, dove si appurò fosse stato ferito con quattro colpi di pistola, dei quali uno lo aveva raggiunto alla testa e un altro al volto.
I successivi approfondimenti hanno portato gli investigatori a delineare un quadro indiziario sull’arrestato ritenuto grave, connotato “da tutti i caratteri del tipico agire mafioso, quali le modalità di esecuzione spregiudicate ed efferate, l’esplosione di più colpi in pieno centro abitato e nelle prime ore della mattina, in una zona della città storicamente soggetta all’influenza e all’imposizione mafiosa” sostengono gli stessi finanzieri.
Già nell’immediatezza dell’agguato la Dda aveva emesso due decreti di fermo a carico di altrettante persone (QUI) sospettate di aver sparato contro il 38enne per poi dileguarsi a bordo di un’auto.
Entrambe ricercate sono ritenute vicine o intranee alle cosche mafiose operanti a Sant’Elia. Con l'arresto di Minniti, dunque, Al momento resta irreperibile solo il secondo soggetto.
Nel corso delle indagini, il Gico si è avvalso della qualificata azione assicurata dai militari della Compagnia Pronto Impiego di Reggio Calabria e della Sezione Aerea di Lamezia Terme. Le investigazioni, inoltre, sono state condotte con il supporto, anche tecnico, del personale della Polizia di Stato e dei Carabinieri del capoluogo dello Stretto.