Maltrattamenti e lesioni aggravate, assolto anche in appello 57enne di Rossano
La Corte d’Appello di Catanzaro ha riformato la sentenza di primo grado emessa nei confronti di un cinquantasettenne rossanese, confermando una piena assoluzione. L’uomo era stato tratto a giudizio per una serie di ipotesi di reato, tra cui maltrattamenti e lesioni aggravate.
La vicenda risale al gennaio 2020 quando, allertati dalle segnalazioni di alcuni vicini di casa, gli agenti del commissariato di Rossano intervenivano presso l’abitazione dell’uomo. Per come ricostruito, questo, avrebbe impugnato un coltello da cucina mentre inveiva contro la moglie e contro i figli, sferrando anche dei calci alla porta.
Bloccato dagli agenti, l’uomo si sarebbe rifiutato di fornire le proprie generalità mentre, nel frattempo, venivano raccolte le dichiarazioni dei familiari i quali riferivano di essere sottoposti a continue angherie che spesso sfociavano in minacce e percosse, specialmente quando l’uomo abusava di bevande alcoliche.
Per come dichiarato nella formale denuncia-querela sporta, quell’episodio avrebbe rappresentato solo l’ultima di una serie di vessazioni da parte dell’uomo, che avrebbe sottoposto i familiari ad un clima di paura ponendo in essere aggressioni, fisiche e psicologiche, tali da ingenerare nelle persone offese un perenne stato d’ansia e di timore per la propria incolumità, non sentendosi più, questi ultimi, sicuri all’interno della propria abitazione. Venivano, inoltre, acquisiti i referti rilasciati dal Pronto Soccorso che diagnosticavano lesioni ai danni del figlio e della moglie.
Per tali fatti l’uomo veniva tratto in arresto presso il carcere di Castrovillari. Successivamente il Gip chiese il giudizio immediato per: maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla recidiva; rifiuto di fornire le proprie generalità; lesioni aggravate. All’esito del processo di primo grado il Tribunale di Castrovillari assolveva l’imputato da tutti i capi d’imputazione, ad eccezione del reato di lesioni aggravate ai danni del figlio per il quale veniva condannato a quattro mesi di reclusione.
La Corte d’Appello di Catanzaro, in accoglimento dei motivi presentati dall’avvocato difensore Francesco Nicoletti, ha riformato la sentenza ritenendo non sussistente l’aggravante dei futili motivi per l’unico capo d’imputazione per il quale vi era stata condanna e, pertanto, ha annullato definitivamente la condanna.