Licenziamenti collettivi Automar, chiusa dopo dieci anni la vicenda di sei lavoratori
Si è conclusa ieri, dopo dieci anni, la vicenda giudiziaria di sei lavoratori dell’Automar Spa, società che opera nel Porto di Gioia Tauro, assistiti dall’avvocato Sabina Pizzuto, che sono stati destinatari di un licenziamento collettivo, irrogato nel 2014.
Si chiude così, in maniera favorevole per gli stessi lavoratori, dopo aver affrontato cinque gradi di giudizio, una pagina nera della loro vita, che ha rischiato di causare, dal punto di vista economico, sociale e morale danni incalcolabili.
“Sono contenta di aver potuto dare il mio contributo nella ricerca dell'affermazione di diritti fondamentali e di essere riuscita a ridare il lavoro, e con esso la dignità, ai lavoratori licenziati ed alle loro famiglie” afferma Pizzuto, parlando “Un grande risultato, che ha segnato e segnerà per sempre la mia vita dal punto di vista professionale, ma soprattutto dal punto di vista umano”.
Un viaggio che è stato lungo e difficile e a tratti doloroso. I lavoratori ne escono vittoriosi parzialmente con il riconoscimento della sola tutela risarcitoria forte, nel giudizio di fase sommaria del Rito Fornero in primo grado; totalmente vittoriosi nel giudizio di opposizione, con il riconoscimento della tutela reintegratoria; soccombenti nel giudizio d'appello, all'esito del quale sono stati allontanati dal lavoro; poi vittoriosi in Cassazione e nel giudizio di rinvio innanzi alla Corte territoriale di Reggio Calabria, che si è definito con l'accoglimento integrale delle pretese originarie e che ha scritto definitivamente la parola fine a questa triste vicenda.
“La vittoria - precisa ancora il loro legale - è dei lavoratori, come sempre, veri protagonisti di questa lunga battaglia giudiziaria, che, nei comprensibili momenti di tensione e di scoraggiamento, hanno saputo reagire con grande maturità e che mi hanno sempre sostenuta, sia durante il percorso giudiziario, sia nei momenti di grande dolore che ci sono stati nella mia vita nel corso degli anni, senza mai farmi mancare la loro fiducia, la loro vicinanza e il loro affetto. Adesso è tempo che lascino alle spalle le angosce e che, sereni, guardino con ottimismo al futuro”.
“La vittoria - prosegue Pizzuto - è, altresì, mia che ho saputo resistere, incassare i colpi, prendere atto delle sconfitte, senza mai accettarle, e reagire, combattendo fino in fondo, anche durante il periodo più triste e più buio della mia vita. Durante questa battaglia non sono stata sola”.
“Ho avuto sempre al mio fianco mio marito (Giacomo D’Amico ndr), che – aggiunge l’avvocato - mi ha sempre incoraggiata a non demordere, a continuare a combattere, ad andare sempre avanti, dicendomi che niente nella vita è impossibile: basta volerlo. Ha condiviso con me ogni mio pensiero, ogni mia idea, ogni mia strategia, ha ascoltato le mie parole, i miei silenzi, i miei pianti e, prendendomi per mano, ha fatto sì che io potessi ottenere questa grande vittoria, che dedico a Lui, all'amore grande ed eterno della mia vita, che da lassù mi da la forza per continuare a combattere e per non mollare mai, qualsiasi cosa accada” conclude Pizzuto.