‘Ndrangheta e scommesse online, maxi confisca da quasi mezzo miliardo
Si stima ammonti a circa quattrocento milioni di euro il valore dei compendi societari, trust e disponibilità finanziarie che stamani la Guardia di Finanza ha confiscato in Calabria, Puglia ed Abruzzo, ad un imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse on-line.
La figura dell’imprenditore, il 48enne Antonio Ricci, era emersa nell’operazione “Galassia” (QUI), che secondo gli inquirenti fece luce sull’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore dei giochi e delle scommesse, portando a scoprire l’esistenza di un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale che raccoglieva illecitamente le scommesse on-line, e la cui base decisionale ed operativa sarebbe stata a Reggio Calabria sebbene con ramificazioni all’estero tramite società a Malta, in Romania, in Austria e in Spagna.
L’ipotesi è che queste società avrebbero agito con un sistema di guadagno definito a “cascata”, dal master, vertice della piramide e promotore dell’organizzazione, all’end user, ovvero il giocatore finale.
L’associazione avrebbe avuto dunque collegamenti con la ‘ndrangheta, alla quale avrebbe garantito una parte dei guadagni in cambio di protezione e diffusione del brand on line e in esercizi commerciali locali.
Si ritiene difatti che i bookmaker avrebbero stipulato accordi con le cosche egemoni sui territori di riferimento, così da consolidare la propria posizione economica in Calabria, in particolare nella provincia di Reggio.
Infine, i punti affiliati, avrebbero trasferito le somme incassate alla direzione amministrativa dell’associazione allocata all’estero, sottraendola all’imposizione fiscale italiana.
In questo contesto è emersa la figura dell’imprenditore, considerato dagli inquirenti come il reale dominus di una società maltese ma di fatto operante in Italia attraverso una organizzazione stabile, costituita da diversi punti commerciali distribuiti sul territorio e dediti alla raccolta di puntate su giochi e scommesse, ed a cui già sul finire del 2019 furono sequestrati i beni (QUI)
La Direzione Distrettuale Antimafia ha quindi delegato il Gico di svolgere una indagine economico-patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dell’uomo, di eventuali misure di prevenzione personali e patrimoniali.
L’attività, basandosi anche sulle risultanze delle indagini precedente, ha portato a rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, il patrimonio direttamente ed indirettamente nella disponibilità dell’imprenditore, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ufficialmente.
Da qui la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale della città dello Stretto ha prima disposto il sequestro e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento di oggi ha deciso per la confisca di tre società del settore dei giochi e delle scommesse on-line, di due trust radicati a Malta comprensivi dei rispettivi portafogli finanziari, oltre a rapporti bancari, finanziari, assicurativi e relative disponibilità, per un valore stimato appunto stimato in circa 400 milioni.
Con lo stesso provvedimento, poi, il Tribunale ha sottoposto l’imprenditore alla Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di due anni e mezzo prevedendo anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale.