“Cutro non è ‘ndrangheta”, cittadini e istituzioni in piazza contro la mafia
Cutro scende in piazza per manifestare contro la ‘ndrangheta. Ad organizzare l’appuntamento l’amministrazione comunale della popolosa cittadina del crotonese insieme alle associazioni di categoria, con lo scopo di esprimere la vicinanza e la solidarietà dell’intera comunità a quegli imprenditori denunciando i propri estortori hanno consentito di farli arrestare.
Ci si riferisce in particolare all’inchiesta che lo scorso mercoledì ha fatto scattare le manette ai polsi di nove persone, ritenute appartenere alla locale di ‘ndrangheta di Cutro, controllata dalle famiglie locali dei Ciampà-Martino (QUI).
Questa sera, dunque, dopo l’operazione del 14 febbraio, oltre un migliaio di persone si sono radunate ed hanno preso parte ad un corteo, con in testa uno striscione dal significato certamente chiaro ed incontrovertibile: “Ndrangheta... Cutro è un'altra cosa”.
Contemporaneamente i negozi della cittadina hanno tutti tirato giù le saracinesche delle loro attività esponendo il cartello di partecipazione alla manifestazione.
“Questa gente che ruba il nostro futuro chiedendo il pizzo va schifata” ha affermato senza remore il primo cittadino di Cutro, Antonio Ceraso, in testa al corteo ed accompagnato sia dal presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, che da alcuni suoi colleghi.
Una presenza numerosa di cittadini ed istituzioni che per Ceraso viene interpretata come un segnale di cambiamento importante, “una rivoluzione - ha specificato - contro chi chiede mazzette perfino ai piccoli imprenditori. Immaginiamo quale imprenditore possa venire a investire qui se non si smantella questo tessuto marcio”.
Un “risveglio” che il sindaco ha rivendicato di promuovere da sempre confermando che il Comune si costituirà parte civile in ogni processo contro ‘la ndrangheta locale.
“Cutro non è ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta non ha più casa qui. Ed oggi la mia gente che non ha paura di aver coraggio lo sta dimostrando. Sono orgoglioso di essere il loro sindaco”, ha concluso Ceraso.