Coldiretti in pressing sulla Pac: “Servono risposte chiare, tempi certi e semplificazione”
In vista della presentazione da parte della Commissione Europea della nuova proposta legislativa per semplificare alcune norme della Politica Agricola Comune, la Coldiretti è in pressing. Il documento sarà poi esaminato nel vertice dei leader Ue del 21 e 22 marzo. "La Commissione Europea deve dare risposte chiare in tempi certi alle nostre richieste" sostiene l’organizzazione agricola.
"I nodi emersi nel corso dei trentotto incontri con gli agricoltori svolti su tutto il territorio regionale nei quali la Coldiretti Calabria ha incontrato migliaia di soci sono questi: semplificazione e riduzione degli oneri burocratici per le imprese agricole, sospensione degli obblighi sulla condizionalità ambientale, revisione delle regole sugli aiuti di Stato per consentire una moratoria dei debiti delle aziende, introduzione del principio di reciprocità negli scambi commerciali, fino agli impegni sulle pratiche sleali, l’aumento delle risorse per la sicurezza alimentare e sul dossier Ucraina, dove il costo dell’allargamento non può essere pagato dagli agricoltori europei" afferma l'associazione in una nota.
"Le aziende non possono più sopportare imposizioni burocratiche, follie e fenomeni che mettono a rischio il loro reddito e per evitare questo dobbiamo porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli". Coldiretti chiede dunque di eliminare da quest’anno le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente.
"E in Europa deve valere anche il rispetto il principio di reciprocità con un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard produttivi e di rispetto delle norme sui diritti dei lavoratori. L’ultima follia europea è la direttiva emissioni industriali con la quale l’UE ha perso l’ennesima occasione di invertire la rotta, abbandonando un estremismo green che rischia di far chiudere migliaia di allevamenti. Infatti è stato confermato l’inutile inasprimento dei criteri per ottenere l’autorizzazione di impatto ambientale per le aziende suinicole e avicole di medie e piccole dimensioni. Risultano penalizzate le aziende suinicole coinvolte nelle produzioni a Denominazione di Origine Protetta e in Calabria abbiamo quattro DOP che saranno assoggettate ai nuovi oneri, mettendo a rischio un comparto chiave dell’economia agroalimentare della nostra regione".