Permessi “facili” a Crotone, confermate in Appello condanne per avvocati e mediatori
La terza sezione penale della Corte di Appello di Catanzaro (presidente Antonio Battaglia, consiglieri Paola Ciriaco e Barbara Saccà), ha quasi per intero confermato la sentenza di primo grado, del luglio del 2022 (QUI), a carico degli imputati nel processo scaturito dall’operazione Ikaros (QUI), inchiesta della Procura di Crotone su un presunto sistema di permessi “facili”, ovvero permessi di soggiorno ritenuti dagli inquirenti come ottenuti in modo illegale apponendovi firme false, e che coinvolse avvocati , mediatori culturali ed anche agenti.
I giudici di secondo grado, dunque, hanno intanto ridotto la pena per l’avvocato Salvatore Andrea Falcone che, condannato due anni fa a oltre dieci anni di reclusione passa ora a cinque anni e mezzo, essendo stato assolto da una serie di reati ascrittigli, perché il fatto non sussiste.
Ridotta la pena anche per la sua collega Gabriella Panucci che, assolta per due capi d’imputazione, si è vista rideterminare la pena a 4 anni, 6 mesi e 15 giorni di reclusione (in primo grado era stata condannata a 4 anni, 8 mesi e 15 giorni)
Pena rideterminata poi per due mediatori culturali coinvolti nell’inchiesta: si tratta di Rachida Lebkhachi, a cui sono stati inflitti 4 anni e mezzo (in primo grado gli anni erano 6) con l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni (prima era perpetua); e Edris Mahmouzadeh, a cui sono stati comminati 4 anni (in primo grado erano 4 anni e 15 giorni).
Per il resto, rigettati gli altri ricorsi sia della difesa che della Procura, il che conferma dunque le condanne per i rimanenti imputati: ovvero gli avvocati Sergio Trolio (a 4 anni e 3 mesi) e Irene Trocino (a 5 anni e 4 mesi); per Mohammed Kasro (a 4 anni e 8 mesi); Intzar Ahmed (ad un anno e 6 mesi); e il poliziotto Alfonso Bennardis (9 mesi con pena sospesa). Confermata anche l’assoluzione dell'agente Rocco Meo.