Trame13. Don Ciotti: “autonomia è sogno secessione”. ‘Ndrangheta? “Peste mafiosa”
“Non si può affrontare lo scandalo delle disuguaglianze e della povertà del nostro Paese, con un milione di persone in povertà assoluta e dieci milioni in povertà relativa, promuovendo strategie differenziate”.
È andato giù dritto al problema Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che intervenuto ieri alla quinta giornata di Trame, il Festival dei libri sulle mafie in corso a Lamezia Terme, ha puntato subito l’indice sulla riforma dell’autonomia differenziata approvata solo pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati.
“L’autonomia non può essere differenziata perché la libertà è un bene comune” ha sbottato don Ciotti ricordando come la nostra Costituzione sia nata “per unire, non per differenziare” e che a suo dire “La verità è che nella testa di qualcuno c’è forse ancora il sogno della secessione, un qualcosa che noi non possiamo permettere”.
Nella lunga conversazione, il fondatore di Libera ha poi parlato del “fenomeno” della ‘ndrangheta, ricordandone la presenza pervasiva in cinque continenti e quarantadue nazioni.
“Bisogna estirpare il male alla radice e per farlo - ha affermato ancora don Ciotti - è necessario un impegno culturale di tutti. Sono necessarie politiche sociali che creino le condizioni per garantire il diritto di avere una casa, alla salute e offrire una visione di futuro per i giovani che vanno via e che rendono onore a questa terra in giro per il mondo. Non lasciamoli cadere in quel paradigma tecnocratico, come lo chiama Papa Francesco, dove l’unico obiettivo è il profitto”
“Ci sono momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare è un obbligo sociale e una responsabilità civile. La peste mafiosa, quella corruttiva e dell’omertà si possono sconfiggere. Evitiamo di diventare professionisti della lamentela e di perderci nella cappa dell’indifferenza” ha concluso Don Ciotti.