Strutture psichiatriche, Usb: “ennesimo schiaffo dalla Regione al territorio reggino”
“Dalla Regione Calabria ennesima mortificazione al territorio reggino”: lo sostiene la sigla Usb, l’Unione Sindacale di Base del capoluogo dello Stretto spiegando come qualche giorno fa, “sull’onda dell’emergenza della annunciata chiusura della struttura residenziale per anziani Don Orione, abbiamo lanciato un allarme relativo all’assordante silenzio proveniente dalla Cittadella regionale: proprio in tema di assistenza agli anziani si era in attesa della firma dell’accordo raggiunto – o almeno così si pensava – in Prefettura per delineare il processo di riconversione in RSA di quelle strutture residenziali psichiatriche escluse in maniera scellerata dal processo di accreditamento e oggi a rischio chiusura”.
Per la Sigla si tratterebbe di una trasformazione “non certo gradita a realtà sociali che da più di trent’anni prestano un servizio essenziale nel territorio reggino, cacciate fuori dal percorso di accreditamento dalla Regione Calabria che di punto in bianco decide di stravolgere quanto da lei stessa previsto nel corso di questa annosa querelle, e costrette ad accettare questa soluzione per poter sopravvivere”.
“Scopriamo però - prosegue ancora il sindacato - che la Regione Calabria e la struttura commissariale sono riuscite addirittura a negare la sottoscrizione della proposta avanzata da loro stessi, in un tavolo prefettizio che ha visto la partecipazione attiva della stessa Prefetta Vaccaro e dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria. Non solo quindi l’ennesimo e vergognoso voltafaccia, ma riteniamo tutto questo anche una grave presa in giro nei confronti di Prefettura e Comune reggino. Siamo di fronte così alla ormai quasi inevitabile fine di queste strutture e al fondato rischio di deportazione fuori regione degli ospiti”.
“Abbiamo preso da tempo ormai una china sempre più irreversibile che, tra tagli agli enti locali, commissariamenti, privatizzazioni e autonomia differenziata, sta facendo sì che Reggio Calabria non sia più non solo un paese per vecchi, ma neanche per chi vive in una situazione di disagio, per chi ha bisogno di sostegno e supporto, per gli ultimi” sbotta ancora la Sigla.
“Bisogna assolutamente invertire questa rotta prima che sia troppo tardi, per questo facciamo appello a tutti i rappresentanti istituzionali, alle realtà associative e del terzo settore, a tutta la cittadinanza, di non banalizzare queste situazioni, come se fossero problemi solo di qualche lavoratore e di qualche familiare, e di costruire una mobilitazione unitaria per ridare speranza a un intero territorio a partire dalla garanzia di servizi sociali degni di un paese civile” conclude l’Usb.