Strutture psichiatriche reggine: il Tar dà ragione alle coop e stronca Regione e Commissario

Reggio Calabria Salute

Il Tar della Calabria ha emesso una sentenza che boccia l’operato di Regione Calabria e della Struttura Commissariale alla Sanità, accogliendo il ricorso presentato da quelle cooperative che, dopo trent'anni di gestione del servizio di residenzialità psichiatrica nel territorio reggino, si sono viste escluse dal percorso di accreditamento.

C’è un concetto che viene ripreso più volte nella sentenza: eccesso di potere. “Ed è proprio questo, non la legalità, non la logica, non il tentativo di razionalizzare un settore importante, non il dare risposte in termini di servizi al territorio, quello che ha caratterizzato e caratterizza le scelte di Regione e Commissario: devono dimostrare che comandano loro, negando i loro stessi impegni formalizzati nero su bianco” sbottano dall’Usb della Città dello Stretto.

Il Tribunale amministrativo ha quindi dato ragione alle coop, in virtù di accordi formali risalenti al 2015 e ribaditi in diversi DCA emanati negli anni successivi, e che riconoscevano la priorità di accreditamento alle strutture esistenti, grazie al servizio svolto dalla chiusura del manicomio di Reggio.

Il Tar dispone quindi ed ora l’annullamento dei pareri negativi per l’accreditamento alle cooperative ricorrenti. Al contempo annulla quelli positivi assegnati ad altre coop, per istanze che la Regione, “ben consapevole del ricorso e ben consapevole che difficilmente l’avrebbe spuntata, ha comunque fatto procedere, parandosi dietro al bisogno di dare risposte ai pazienti Come se in questi anni gliene fosse mai importato qualcosa!” sostengono dalla Sigla.

“Nonostante questa vittoria … - proseguono dall’Unione Sindacale di Base - non abbiamo grosse speranze per il futuro. Siamo convinti la Regione perderà ancora tempo, l’Asp eseguirà in silenzio, la Prefettura convocherà qualche altro tavolo per ascoltare il sub Commissario Esposito che smentisce lo stesso Esposito, e intanto le cooperative falliranno definitivamente, liberando la Calabria, o meglio gli uffici regionali della Calabria, di queste fastidiose realtà che hanno pensato di poter creare lavoro dando risposte sociali a chi ne ha bisogno”.

Abbiamo una sola speranza per evitare questo, ed è martellare tutti i soggetti istituzionali a non perdere più tempo, nonostante ce ne sia rimasto ben poco. Dobbiamo tornare presto in piazza, familiari, pazienti e soprattutto i lavoratori. Tutti i lavoratori, perché chi ha provato a dividerli dicendo che non erano tutti sulla stessa barca ha miseramente fallitoconcludono dall’Usb.