L’ANALISI. Violenza di genere: calano reati spia ma le donne sono sempre più a rischio

Calabria Cronaca

Reati spia o reati sentinella: termini a volte, forse anche troppo spesso, non del tutto compresi ma che in realtà sono parte integrante della violenza di genere o comunque possono costituire un campanello d’allarme del fenomeno.

Tra questi gli atti persecutori, i maltrattamenti contro familiari e conviventi, le violenze sessuali e altre violenze domestiche che quasi sempre vedono vittime le donne.

Sono i punti focali su cui ha puntato i riflettori l’analisi sulla violenza di genere (QUI) realizzata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale che oltre a riportare dati e cifre offre anche chiavi di lettura per una comprensione più approfondita del fenomeno, restituendo la dimensione reale dell’agire criminale contro le donne, dando contezza dell’azione comune nel contrasto, e contribuendo a una generale sensibilizzazione sull’esistenza e le caratteristiche di questa violenza, che si qualifica come una problematica di civiltà che, a fianco e forse prima ancora di un’azione di contrasto, richiede una crescita culturale e una presa di coscienza collettiva attraverso l’impegno corale di tutti gli attori sociali.

I REATI SENTINELLA

Per avere una chiara percezione del fenomeno, il report dedica un’analisi specifica, in primo luogo, ai cosiddetti reati spia o reati sentinella di cui accennavamo all’inizia e che, come dicevamo, sono ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere, in quanto verosimile espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economicadiretta contro una persona in quanto donna”.

In particolare, l’analisi analizza l’ultimo triennio (2021-2023) prendendo ad esame i reati commessi: da qui arriva ad evidenziare in tutti i casi un trend in progressivo e costante incremento nel corso degli anni, ad eccezione di un lieve decremento degli atti persecutori in flessione in relazione al 2022.

L’analisi inoltre si concentra sui primi sei mesi del 2024, cioè dall’1 gennaio al 30 giugno, confrontandoli con lo stesso periodo del 2023.

Nello specifico si registra una diminuzione sia degli atti persecutori, che da 9.359 scendono a 8.592 (-8%), che delle violenze sessuali che da 2.991 passano a 2.923 (-2%); mentre aumenta il numero dei maltrattamenti contro familiari e conviventi per cui si registra un incremento (5%), passando da 11.808 a 12.424.

Va precisato che si tratta di un trend da verificare nel prosieguo, in quanto si tratta di dati non consolidati e suscettibili di variazione in incremento, tenuto conto anche del ridotto tempo intercorso dalla conclusione del semestre.

Per quanto attiene alle vittime delle fattispecie di reato monitorate, “l’incidenza di quelle di genere femminile risulta pressoché costante”, attestandosi tra il 74 ed il 75% per gli atti persecutori, tra l’81 e l’82% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e con valori intorno al 91% per le violenze sessuali.

AUMENTA IL CONTRASTO

Tra il 2021 ed il 2023 l’azione di contrasto ai reati di genere ha fatto registrare un tendenziale incremento. I dati relativi alle segnalazioni a carico dei presunti autori noti, infatti, mostrano, nel triennio, un aumento rispettivamente del 6% per gli atti persecutori, dell’11% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e del 15% per le violenze sessuali.

Questo trend si conferma anche raffrontando il primo semestre 2024 (Gennaio-Giugno 2024) e l’analogo periodo del 2023. In particolare per gli atti persecutori si registra un aumento delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti pari al 18%, per i maltrattamenti contro familiari e conviventi pari al 23% e per le violenze sessuali pari al 5%.

Occorre, inoltre, sottolineare la necessità di una verifica successiva, trattandosi per il 2024 di dati non consolidati e suscettibili di incremento dovendosi tenere conto anche dei tempi necessari allo sviluppo delle attività di indagine.

IL CODICE ROSSO

Il report ha analizzato poi, per gli stessi periodi, i reati introdotti dal cosiddetto Codice rosso, ovvero la legge 69 del 19 luglio 2019. I dati, in tal senso, evidenziano un trend in costante crescita per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Per quanto riguarda la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e la costrizione o induzione al matrimonio si registra invece un andamento ondivago: dopo una lieve diminuzione nel 2022, segue un aumento, rinvenibile anche nei periodi parziali esaminati.

Diverso andamento si rileva, invece, per la deformazione dell'aspetto della persona con le lesioni permanenti al viso, che, dopo un aumento nel 2022, evidenzia una diminuzione nel 2023 e nel periodo dei semestri raffrontati.

In termini percentuali i dati fanno registrare, nel triennio, un generale aumento: per la costrizione o induzione al matrimonio del 21%; per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa del 18%; per la deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso del 3%; per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti dell’1%.

Infine, confrontando il periodo Gennaio-Giugno 2024 con l’analogo semestre del 2023, viene sottolineato un generale progressivo aumento dei casi registrati per tutte le fattispecie in esame, ad esclusione del delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, per il quale invece emerge un lieve calo (-9%).

Nel primo semestre del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023, invece, si registra un aumento dell’azione di contrasto per tutte le fattispecie considerate, ad esclusione per la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (-5%).

I “FEMMINICIDI”

L’escalation della violenza può purtroppo degenerare nel più grave dei delitti contro la persona, ovvero l’omicidio volontario. Il report della Polizia Criminale, per quanto attiene alle donne uccise, non effettua un’analisi dei femminicidi in quanto tale definizione, pur facendo riferimento a una categoria criminologica nota e costituendo un termine di uso comune per indicare gli omicidi con vittime femminilicompiuti come atto estremo di violenza misogina, non trova corrispondenza in una fattispecie codificata nel nostro ordinamento giuridico e si presta, pertanto, ad interpretazioni.

Da sottolineare che l’Istat, Istituto con il quale da tempo il Ministero dell’Interno (in particolare attraverso la Direzione Centrale della Polizia Criminale) ha in atto un rapporto di collaborazione interistituzionale, è impegnato, in ambito internazionale, per l’individuazione di criteri univoci, ai fini statistici, per la definizione della categoria del “femminicidio”.

L’esame viene quindi sviluppato sugli omicidi volontari, attraverso lo studio e l’analisi di tutti i dati interforze acquisiti dalla Banca Dati delle Forze di polizia, che vengono confrontati ed integrati attraverso le fonti aperte e con le informazioni che pervengono dai presidi territoriali di Polizia e Carabinieri.

Lo studio degli elementi informativi acquisiti permette di ricostruire la “dinamica dell’evento, l’ambito in cui si è svolto il delitto e le eventuali relazioni di parentela o sentimentali che legavano i soggetti coinvolti”.

Sulla base di queste premesse metodologiche è stata tracciata una panoramica degli omicidi volontari consumati, e nello specifico di quelli con vittime le donne, negli ultimi tre anni e nel periodo 1 gennaio-30 giugno 2024, confrontato con l’analogo periodo del 2023.

Osservando l’andamento annuale del triennio, si evidenzia quindi come dopo un lieve incremento delle vittime di genere femminile relativamente all’anno 2022, tale trend nel 2023 si inverte.

Infatti a fronte dell’aumento totale degli eventi, che nel 2022 passano da 123 a 130 (6%), emerge una diminuzione delle vittime donne che, nel 2023, scendono da 130 a 117 (-10%). Relativamente al primo semestre 2024, sono stati registrati 141 omicidi, con 49 vittime donne, di cui 44 uccise in ambito familiare-affettivo; di queste, 24 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.

Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, il numero degli eventi è in diminuzione, da 176 a 141 (-20%), come pure è in calo il numero delle vittime di genere femminile, che da 62 scendono a 49 (-21%).

Anche i delitti commessi in ambito familiare-affettivo fanno rilevare un decremento nell’andamento generale, passando da 81 a 67 (-17%); inoltre si registra una diminuzione per quanto attiene al numero delle vittime di genere femminile, che da 53 scendono a 44 (-17%).

In flessione, rispetto allo stesso periodo del 2023, anche il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 36 diventano 29 (-19%) e quello delle relative vittime di genere femminile, che da 32 passano a 24 (-25%).