8 Marzo. Violenza donne, in quattro anni aumentati i reati spia: Calabria tra regioni a rischio

Calabria Cronaca

Tecnicamente vengono definiti “reati spia”, ovvero quei delitti che sono ritenuti gli indicatori di potenziali e possibili violenze dirette contro una donna in quanto tale.

Si tratta degli atti persecutori, dei maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.) e delle ancora più odiose violenze sessuali.

Reati che negli ultimi anni, ovvero dal 2019 al 2022, hanno tutti registrato un andamento in crescita: di un +7% i primi, un +11% e +23% rispettivamente i secondi ed i terzi.

Detta così sembrerebbe ridurre il dramma a freddi numeri, ma dietro queste percentuali ci sono donne, vittime, che hanno patito e spesso continuano a patire pene intime indescrivibili, che hanno dovuto riscrivere anche la loro vita per evitare che qualcuno le loro di vite se le prendesse, a volte anche per sempre.

Si tratta di numeri, in sintesi, che il ministero dell’Interno e la Polizia di Stato hanno racchiuso in un rapporto sulle violenze di genere pubblicato proprio oggi (LEGGI QUI), nella ricorrenza dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna.

Dati che - ritornando ai “reati spia” - ci dicono come in quattro anni si sia passati ad esempio da 16065 casi di atti persecutori del 2019, il 76% dei quali che hanno riguardato donne, ai 17259 dell’anno scorso: in pratica un aumento di quasi trecento casi all’anno.

Numero annuo che quasi si raddoppia negli “episodi” di maltrattamenti, passando dai 20850 del 2019 ai 23196 del 2022 (anche qui circa l’80 per cento delle vittime sono donne).

Infine, le violenze sessuali che negli ultimi quattro anni sono passate da 4884 a 5991, con un aumento medio di 270 all’anno. Inutile ricordare che in questi casi la quasi totalità delle vittime siano donne (91%)

Nel periodo preso in esame, però va evidenziato che anche l’azione di contrasto delle forze dell’ordine abbia fatto registrare un tendenziale incremento, colpendo i presunti autori noti”: un aumento del 10% per gli atti persecutori e del 12% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e per le violenze sessuali.

LA DIFFUSIONE REGIONALE

Quanto poi alla degli atti persecutori, il cosiddetto Stalking, il report della Polizia di Stato evidenzia come l’Italia, in questo senso, sia piuttosto omogenea, sebbene vi siano comunque delle regioni più “allarmanti” dal punto di vista della diffusione dei fenomeni.

Sei in particolare quelle da “codice rosso”, tra cui compare anche la Calabria che con un circa 36 casi ogni centomila abitanti è la quarta regione più a rischio della Penisola, preceduta solo da Campania (44), Sicilia (40) e Puglia (37), e seguita da Lazio (33) e Abruzzo (30)

Nel caso invece dei maltrattamenti contro familiari e conviventi fino al 2021 si rileva un trend crescente dei reati commessi, che decrescono nel 2022. Allo stesso modo, per questa fattispecie, la relativa azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (71% di reati scoperti), nel 2022 evidenzia un’inversione di tendenza, con un incremento della percentuale dei delitti scoperti, che si attesta al 77%.

Anche per questa fattispecie la Calabria si posiziona tra le sei regioni con maggiori reati, con circa 39 casi ogni centomila abitanti.

Infine, un trend in evidente crescita si registra per la violenza sessuale, declinata in tutte le sue forme. Dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi. Nell’ultimo anno resta invece sostanzialmente stabile l’efficacia dell’azione investigativa, con una percentuale di casi scoperti che si attesta al 61% (+4% sul 2021).

Quanto alle violenze sessuali, la nostra regione, si posiziona tra quelle con numeri decisamente più bassi (seppure sempre troppi), con 6,5 casi ogni centomila abitanti.

RIZZI: “FENOMENO COMPLESSO”

“La violenza di genere è un fenomeno complesso, che ha radici culturali antiche, che richiede una strategia globale ed una pluralità d’interventi, dove alla responsabilità delle forze di polizia si affianca l’impegno della magistratura, il lavoro di tutte le istituzioni pubbliche e delle associazioni nella tutela delle vittime, il coinvolgimento delle agenzie educative, prima fra tutte la famiglia e la scuola. Tale azione corale deve fondarsi su di una solida conoscenza del fenomeno, basata su di un’approfondita analisi dei dati disponibili”.

È quanto afferma Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e Direttore Centrale della Polizia Criminale, nell’analizzare il report il cui obiettivo “è – spiega - quello di fornire un contributo attraverso il lavoro svolto dalle diverse articolazioni della Direzione centrale della polizia criminale, come il Servizio Analisi Criminale, che si avvale delle informazioni presenti nelle banche dati delle forze di polizia, e l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), che si occupa dei crimini dell’odio e di tutte le forme di violenza che colpiscono una donna in quanto tale”.

“L’augurio per la Giornata Internazionale della donna dell’8 marzo che ci facciamo tutti, uomini e donne, è che proprio attraverso il lungo percorso di consapevolezza che stiamo vivendo si affermi finalmente quel rapporto paritario che sarà la cifra di una nuova civiltà”, conclude Rizzi.