Catanzaro, proposto un nuovo sistema depurativo per uscire dalle procedure d’infrazione

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Non solo un nuovo impianto di depurazione ma anche un più articolato collettamento fognario, che consenta alla città capoluogo di Regione di uscire dalla procedura d’infrazione dell’Unione europea, risalente all’ormai lontano 2004. È stato questo il tema del confronto, tenutosi stamane alla Cittadella tra il subcommissario alla depurazione Antonino Daffinà accompagnato dai responsabili tecnici ed il coordinatore delle attività del suo Ufficio, ed il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, con il suo staff di esperti e collaboratori: l’ingegnere Laganà, il capo di gabinetto del primo cittadino Squillace e l’ingegnere Dal Soglio.

L’occasione si è innestata nell’alveo di una precisa impostazione del subcommissario, figlia del metodo di concertazione con gli enti locali dei territori oggetto di procedura d’infrazione della Ue, finalizzata a snellire le procedure necessarie per venire a capo di questioni annose e quanto mai impattanti sul piano ambientale. “In questa logica – ha tenuto a puntualizzare Daffinà - i rapporti con le principali realtà territoriali rivestono una particolare preminenza, specie nella programmazione di un intervento da eseguire su un tessuto ampiamente urbanizzato, curando con attenzione le interazioni con la comunità, con i residenti e con le attività economico-produttive presenti sul territorio del capoluogo di Regione”.

Il tavolo si è reso necessario per una serie di ragioni. In primis, è stato illustrato il piano programmatico su cui sarà impostato l’intervento per svariate decine di milioni di euro, la cui cornice coinvolgerà l’intero territorio comunale e prevederà una serie di interventi work in progress, suddivisi in lotti funzionali. Tecnici e amministratori, infatti, non hanno esitato ad evidenziare come i punti nodali dell’opera, per complessivi 120 mila abitanti equivalenti, siano legati alla necessità di integrare le reti fognanti all’interno del tessuto urbano ed extraurbano per diverse decine di chilometri, quelli che oggi preoccupano maggiormente la popolazione.

Per quel che attiene alla parte più squisitamente legata alla depurazione, invece, sono emerse dal confronto novità significative. Su tutte le altre, la necessità di eliminare e riconvertire l’attuale impianto di località Verghello che tanti problemi ha causato, prevedendone lo spostamento in un’area più consona e meno impattante. Dal canto suo, il primo cittadino di Catanzaro Nicola Fiorita, dopo essersi soffermato sulle più urgenti necessità del suo territorio, ha sposato l’idea di procedere secondo lotti funzionali ed ha chiesto all’ufficio del sub-commissario, di tenere conto, già nel primo lotto, dell’inserimento del maggior numero possibile, di tratti fognari mancanti o che versino in situazione fortemente critica, che tanto danno arreca ai suoi concittadini.

L’ufficio del Commissario, valutando tale esigenza, ha garantito che il primo lotto funzionale comprenderà un modulo depurativo da circa 40 mila abitanti equivalenti con i relativi collettori fognari. Ipotesi di partenza, quest’ultima, che si è resa necessaria affinchè, nelle more della dismissione dell’impianto di Verghello, (che continuerà a funzionare fino al completamento di tutti i lavori), i liquami, a collettazione avvenuta, possano subire il trattamento depurativo necessario, senza creare forme di ulteriore inquinamento territoriale.

A conclusione del confronto, Comune e Ufficio del sub-commissario alla depurazione, si sono ripromessi una reciproca collaborazione tecnico-amministrativa, da rendere efficace mediante la sinergia costante tra il Rup del Comune di Catanzaro ed il Coordinatore delle attività dell’Ufficio del Commissario. Il primo step sarà costituito dal catasto dei tratti più critici di cui il Comune si è fatto autonomamente estensore con l’impegno di trasferire le informazioni alla parte tecnica.

Quanto alla cifra, molto importante, da reperire per poter avviare quantomeno il primo di tre potenziali lotti funzionali, il sub-commissario, si è detto pronto ad assumere l’impegno finalizzato alla promozione, nelle sedi competenti, del piano economico-finanziario che emergerà dal progetto e, tramite quest’ultimo, di lavorare fattivamente per reperire le risorse mancanti.