‘Ndrangheta, estorsioni e fatture false: blitz a Reggio Emilia, tre fermi ed otto indagati

Crotone Cronaca

Tre persone, sottoposte a fermo, sospettate di un’estorsione ai danni un imprenditore campano; altre otto quelle indagate: a tutte si contestano, a vario titolo ed in concorso, l’usura, l’estorsione aggravata e l’emissione o il rilascio di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti allo scopo di evasione.

È questa la sintesi di un’operazione condotta dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci, che ritiene come i soggetti coinvolti siano vicini ad un cosca locale della ‘ndrangheta calabrese, in particolare originaria di Cutro, nel crotonese.

Stamani il blitz, durante il quale decine di militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno coadiuvato gli uomini della Polizia di Stato effettuando delle perquisizioni a carico di quattro indagati, presunti mandanti delle estorsioni, sequestrato documenti, telefonini e computer ed il cui contenuto è ora al vaglio degli inquirenti.

IL MECCANISMO CRIMINALE

Gli investigatori della Squadra Mobile reggiana hanno avviato le indagini dopo le dichiarazioni rilasciate da un imprenditore che ha riferito di esser stato inserito in unmeccanismo criminale”, tra l’altro già emerso nel febbraio scorso in un’inchiesta della stessa Procura emiliana, l’operazione Minefield (QUI), che ha acceso i riflettori sulla presunta infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto economico locale (QUI);meccasnismo” che sarebbe stato gestito da un’organizzazione al cui vertice vi sarebbero soggetti originari appunto di Cutro, e composta anche da professionisti calabresi e campani e soggetti di Reggio Emilia e della provincia di Foggia.

L’imprenditore, ha raccontato alla Polizia di aver subito, in questo contesto, diverse richieste di denaro, estorsive ed usurarie, avanzate da più persone.

IL FIGLIO DEL CONDANNATO

Le minacce più gravi ed esplicite gli sarebbero state rivolte da un giovane calabrese figlio di un condannato per mafia, in via definitiva, nell’ambito di un’altra nota maxi operazione, l’Aemilia (QUI).

Grazie ad un’accurata indagine, supportata da complesse attività tecniche, sono state documentate le presunte estorsioni ai danni dello stesso imprenditore e dei suoi familiari.

I tre soggetti sottoposti a fermo, rispettivamente di 41, 34 e 27 anni, sono quindi ritenuti gli esecutori materiali delle estorsioni eseguite in base agli ordini impartiti da altri due soggetti, di origine calabrese, già arrestati nell’ambito dell’operazione “Minefield”.

Sulla base di quanto emerso, dunque, nella notte scorsa, oltre cinquanta uomini delle Forze dell’ordine hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dalla Procura reggiana.

Gli agenti della Squadra Mobile locale hanno eseguito il fermo nei confronti dei tre presunti esecutori materiali delle estorsioni che si trovano attualmente detenuti presso la Casa Circondariale locale.