Usb: “accanimento militare dell’Asp di Catanzaro con i soldi dei cittadini”
"Come al solito la sanità catanzarese si distingue su tutto, abbiamo avuto negli anni commissari con impostazioni militari e risultati sconcertanti, sia ammnistrativi che poi quelli emersi dalle interviste a dir poco ridicole; ma soprattutto con un debito in aumento. Ma il rischio soldatesco non finisce mai, abbiamo una nuova militarizzazione a cui ci siamo sempre opposti; all’idea che aver svolto compiti di difesa sia sinonimo di efficienza nella pubblica amministrazione, infatti registriamo uno spreco di soldi cittadini a cui non sappiamo darci una risposta".
Inizia cosi una nota dell'Unione sindacale di base di Catanzaro, che continua: "Ma la condanna della nostra città è sempre quella che per far funzionare una amministrazione, dove tantissimo personale civile avrebbe la possibilità di rispondere egregiamente alle esigenze organizzative, ci appioppano militari neanche fossimo in trincea. Abbiamo subordinato i lavoratori dell’Asp alle leggi militari piuttosto che ai Ccnl".
"Ma lasciando queste considerazioni, come federazione che si occupa della difesa degli interessi sociali dei cittadini, non possiamo non denunciare quanto accade. A giugno scorso il commissario dell'azienda ospedaliera, per non venir meno al suo stile militare, incarica una agenzia di investigazioni per accertare e pedinare una dipendente in malattia, se negli orari di reperibilità si allontana dalla propria abitazione", fa sapere.
"Premesso che le visite mediche di controllo negli orari li effettuano i medici degli enti pubblici, non si comprende questo accanimento nei confronti di una dipendente con soldi di noi cittadini per controllare se quest'ultima usciva di casa, quindi; compensi giustamente pagati all’agenzia privata per un mese di intercettazioni che, sono previste non lo discutiamo, anche se in questo caso sprecare tanti soldi ci appare esagerato se non un accanimento sulla persona", sottolinea ancora.
"Ricognizioni che devono essere svolte rispettando alcuni principi in materia di tutela dei dati personali: Principio di necessità, il controllo deve essere necessario o indispensabile: non comprendiamo quali sia questa indispensabilità; il controllo deve essere finalizzato a garantire la sicurezza o la continuità aziendale o a prevenire o reprimere illeciti. Principio di sicurezza, i dati raccolti devono essere protetti in modo adeguato. Dati effettivamente protetti, tanto è che ci sono stati consegnati al Sindacato", precisa.
"Ma gli sprechi non si fermano, ad aumentare il debito ad ora accertato di 23 milioni, con un ufficio legale interno a disposizione, all’Asp che: “Predispone gli atti di conferimento d’incarico difensivo ai Legali interni da parte del Direttore Generale, acquisendo la documentazione necessaria al perfezionamento, si da mandato di conferimento di incarico ad un avvocato del foro di Roma (nemmeno locale) a difesa dell’azienda nel risorse effettuato dalla dipendente contro la sua attività personale e lavorativa, per la ”modica “cifra di 10, mila e 187 euro di soldi pubblici", chiosa inoltre il sindacato.
"Interventi sanitari su liste di attese, anni di aspettativa – su migrazione in forte aumento regalando soldi ad altre regioni – sul personale sovraccaricato di lavoro ed altro precariato siamo peggio di prima, ma in compenso i cittadini sono contenti della prosecuzione bellica dell’Asp di Catanzaro, dell’astio militaresco contro una lavoratrice e degli sprechi di soldi per investigazioni e avvocati di fuori regione", conclude.