Crotone, processo ex Montedison: il disastro ambientale va in prescrizione
La Corte d'Appello di Catanzaro ha messo la parola fine sulla lunga indagine nota alle cronache come il processo all'ex Montedison, nato dopo il sequestro preventivo, nel 2011, di diverse aree della città di Crotone dove sono state rinvenute notevoli quantità di fosforite, note anche "pietre del diavolo".
L'ipotesi di reato, avanzata dalla Procura di Crotone, fù quella di disastro ambientale: reato per il quale tutti gli indagati vennero assolti nel 2015 (LEGGI).
Da allora, 9 anni fa, iniziò un lungo tira e molla giudiziario fatto di ricorsi ed impugnazioni, che si conclude solo oggi con la prescrizione per 15 dirigenti coinvolti nel procedimento, molti dei quali oramai deceduti o comunque molto avanti con l'età.
Non luogo a procedere, dunque, per: Giovanni Parillo e Gianluigi Diaz, entrambi di 99 enni; Giancarlo Savorelli, 98 anni; Paolo Visioli, 97 anni; Dario Capozza, 96 anni; Maurizio Aguggia, 95 anni; Vittorio Mincato, 94 anni; Eddo Ferrarini, 91 anni; Roberto Bencini e Salvatore Luciano, 89enni; Filippo Linzalone e Luigi Ferretti, di 86 anni; Guido Safran, 84 anni; Bruno Farina, 74 anni. Deceduti, nel mentre, Giuseppe Agliata ed Antonio Catanzariti.
Tutti gli indagati avevano svolto, tra gli anni '70 e '90, dei ruoli dirigenziali nelle varie società - Agrimont, Agricoltura, Enichem, Fosfotec, Montecatini Edison, Montedison, Enimont, Ausidet - poi confluite nel gruppo Eni.
In particolare, l'accusa riguardava la località di Trappeto e di Botteghelle, dove si scoprì una vera e propria discarica abusiva di scarti e scorie industriali andata avanti, secondo quanto ricostruito, almeno dal 1926.