Autonomia, la Corte Costituzionale smonta la legge: testo inutilizzabile

Calabria Attualità

È stata pubblicata lunga sentenza (QUI) della Corte Costituzionale che ha portato alla parziale bocciatura della legge sull'autonomia differenziata, con le dettagliate motivazioni che hanno portato i giudici a bloccare il testo - già approvato dal parlamento - in quanto sostanzialmente "inutilizzabile" allo stato attuale.

Semplificando molto, la Consulta sostiene che non possano esserci dei trasferimenti di competenze "significativi" su temi fondamentali (come l'istruzione, ad esempio), e che dunque tali aspetti non possano essere gestiti autonomamente dalle Regioni, che devono invece seguire una programmazione nazionale.

Il primo punto bocciato riguarda infatti il trasferimento di ampie competenze dallo Stato alle singole Regioni. La consulta ha infatti evidenziato che tali attribuzioni - espressamente previste a livello costituzionale - debbano sempre basarsi sul rispetto del concetto di Stato "unico ed indivisibile", dove le Regioni non hanno potere diretto (o esclusivo) su aspetti che devono invece essere standardizzati su tutto il territorio.

Viene poi ricordato il principio di sussidiarietà: l'attribuzione di specifiche competenze deve avvenire per il bene collettivo, e non deve cagionare danno o ripercussioni sulla popolazione. L'attribuzione di ampie competenze, secondo la corte, provocherebbe non solo una notevole differenza di funzionamento tra Regioni, ma anche un potenziale pregiudizio a danno di alcune Regioni rispetto ad altre.

Delle 23 materie proposte per l'autonomia, la Corte ha poi bocciato alcune tra le più importanti. Le Regioni infatti, allo stato attuale, non potrebbero gestire questione come il commercio con l'estero, le reti infrastrutturali (comprensive di porti ed aeroporti), la distribuzione energetica, la tutela dell'ambiente, l'ordinamento delle professioni e delle comunicazioni, e neppure l'istruzione, come evidenziato dalla stessa Corte: circostanza che rischierebbe di compromettere "l'identità culturale" con programmi scolastici differenti.

Sulla maggior parte delle materie riprese, i giudici hanno poi ricordato che pendono dei vincoli internazionali (europei e non), che devono essere rispettati a livello nazionale. È dunque difficile - se non impensabile - che singole Regioni possano modificare tali leggi ed ordinamenti.

I giudici hanno poi risposto in merito ai Lep, sui quali permane "poca chiarezza" sulla loro gestione. Le linee guida proposte dal Governo sarebbero "generiche ed inidonee", e viene persino definita una forzatura costituzionale il tentativo di stabilire i Lep tramite dpcm.