Tumori, numeri stabili in Italia nel 2024: ma aumentano guarigioni e cala la mortalità

Calabria Salute

I nuovi tumori diagnosticati in Italia, nel corso del 2024, si attestano a 390 mila e 100 casi, in lieve diminuizione rispetto agli anni precedenti e dunque sostanzialmente stabili. È quanto emerge dal rapporto I numeri del cancro in Italia - 2024 (QUI), pubblicato questa mattina dal panel comporto da Aiom, Airtum, Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening, Passi, Passi d'Argento e Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica.

Ad essere maggiorente colpiti gli uomini (214.500 casi) rispetto alle donne (175.600 casi), ed il tumore più riscontrato in assoluto continua ad essere quello alla mammella (53.686), che com'è oramai noto riguarda entrambi i sessi. Seguono poi i carcinomi al colon-retto (48.706), al polmone (44.831), alla prostata (40.192) ed alla vescica (31.016).

Nonostante la stabilità dei casi, aumentano le guarigioni: il progresso nelle terapie di cura permetterbbe alla metà dei pazienti di sopravviere come se non avesse sviluppato il cancro, con punte perfino del 73% nel caso dei tumori alla mammella. Diminuisce anche la mortalità giovanile (fascia che comprende dai 20 ai 49 anni), con cali - ad esempio per carcinomi polmonari - del 46,4% per le donne e del 35,5% per gli uomini.

Oltre a ribadire l'importanza di uno stile di vita sano, nel rapporto viene poi lanciato un campanello d'allarme riguardante il basso numero di screening oncologici, sopratutto al centro-sud. Ad esempio, le mammografie nel sud si fermano al 31%, lo screening cervicale al 35% e lo screening colon-rettale al 15%.

IL FOCUS SULLA CALABRIA

Per quanto riguarda i fattori di rischio, la Calabria ha una media negativa per quanto riguarda l'attività fisica, l'obesità ed il sovrappeso, ed è segnalata anche per lo scarso consumo di frutta e verdura a livello pro-capite. Unico dato positivo, lo scarso livello di tabagismo registrato in tutte le fasce d'eta, che porta la regione al di sopra della media nazionale.

Scarsi anche gli screening oncologici: nel caso d'esame la media regionale non supera il 40%: ad esempio per le mammografie gli screening organizzati si fermano all'11% rispetto al 54% nazionale, mentre per il colon-retto addirittura al 5% rispetto al 38% nazionale.