Botti. Aumentano i feriti della “guerriglia” di San Silvestro, 309 in una notte

Calabria Cronaca

Sono 309 le persone rimaste ferite, di cui 69 quelle non solo andate in ospedale ma anche ricoverate, e fortunatamente nessuna vittima. Ben 882, invece, gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco per incendi vari dovuti, come nel caso dei feriti, all’uso dei cosiddetti botti di capodanno.

È il bilancio dell’ormai trascorsa notte di San Silvestro e dei relativi festeggiamenti “esplosivi” per dare l’addio al 2024 e accogliere il 2025.

Un dato, quanto meno quello dei feriti, che secondo la Polizia di Stato, segna un netto incremento di poco più dell’11 per cento rispetto allo scorso di anno, quando furono in tutto 274, di cui 49 i ricoverati.

Nella stessa notte, poi, si sono registrati 12 ferimenti da colpi d’arma da fuoco, tanti quanti se ne annotarono nel 2024. In relazione alla gravità delle lesioni riportate, si segnala una diminuzione nel numero di feriti con prognosi inferiore o uguale a 40 giorni (221 a confronto dei 242 dello scorso anno). Quanto ai feriti gravi, con prognosi superiore a 40 giorni, c’è stato un aumento rispetto allo scorso anno: 34 a fronte dei 27 precedenti.

Infine, con riferimento alle ferite riportate da soggetti minorenni, anche qui si deve segnalare un aumento del dato complessivo: 90 a fronte dei 64 dello scorso anno.

Relativamente alla Calabria, il report della Polizia di Stato, un uomo di etnia rom che si è recato in ospedale a Catanzaro per una grave ferita alla mano (con prognosi di trenta giorni) causata dall’esplosione di un petardo.

Quanto agli incendi provocati dai botti, nella nostra regione i Vigili del Fuoco, tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio, sono stati impegnati in 13 differenti interventi.

Relativamente ai dati nazionali, invece, il numero maggiore di roghi è stato registrato in Lombardia, con i pompieri al lavoro su 142 fonti; a seguire in Emilia Romagna, 109; Veneto e Trentino Alto Adige, 103; Campania, 99; Lazio e Toscana, 70; Piemonte, 65; Liguria, 61; Puglia, 40; Friuli Venezia Giulia, 38; Marche, 26; Sicilia, 25; Umbria 8; Abruzzo, 7; Basilicata e Molise, 3; nessuno, invece, in Sardegna.

LE MISURE RESTRITTIVE E I SEQUESTRI

Una nottata di “guerriglia”, dunque, durante la quale non sono mancati nemmeno arresti, denunce e sequestri, che rispetto all’anno scorso risultano anch’essi in aumento sia per quanto concerne le persone deferite quelle finite in manette.

La Polizia ha poi sequestrato qualcosa come 21 strumenti lanciarazzi (lo scorso anno erano stati 473); 43 armi comuni da sparo (7 lo scorso anno); 6.332 munizioni (23 lo scorso anno); oltre una tonnellata e duecento chili di polvere da sparo (836 lo scorso anno); più di 64 tonnellate di manufatti appartenenti alla IV e V categoria Tulps (12.490 lo scorso anno).

Ed ancora, oltre 52 tonnellate di manufatti con la marcatura “CE” (41.775 lo scorso anno); altre 31 tonnellate di prodotti comunque non riconosciuti e cioè non ricompresi nelle categorie Tulps o “CE” perché illegali, non correttamente etichettati, non conformi alle norme CE, non rispondenti ai decreti di riconoscimento e classificazione, abusivi o altro (3.475 lo scorso anno); più di 612 mila parti di articoli pirotecnici di varia natura (162.678 lo scorso anno); 7 detonatori (186 lo scorso anno); e oltre 2mila capsule innescanti (3.521 lo scorso anno).