Pistola contro imprenditore per fargli pagare il pizzo, condanna confermata in Appello
Confermato in appello il teorema accusatorio a carico di un 55enne pregiudicato di Corigliano-Rossano, A.Z. le sue iniziali. La Seconda sezione della Corte di Appello di Catanzaro (Presidente Bravis, a latere Grillone e Mastroianni) ha difatti accolto la richiesta del Procuratore Generale Salvatore di Maio e del difensore di parte civile, l’avvocato Ettore Zagarese, confermando appunto quando deciso in primo grado dal Tribunale di Castrovillari, che aveva sentenziato a suo carico due anni mezzo di reclusione, senza alcun beneficio, ed il risarcimento del danno, sentenza che era stata appellata dall’imputato. Quest’ultimo è stato condannato anche al pagamento delle ulteriori spese processuali e di mantenimento in carcere.
L’uomo era dunque accusato di tentata estorsione ai danni del noto imprenditore di Corigliano-Rossano, Vincenzo Sapia, il cui gruppo sarebbe divenuto vittima di numerose richieste di denaro da parte dell’imputato e puntualmente denunciate dallo stesso Sapia e già oggetto di altri procedimenti penali.
Secondo l’accusa, relativamente a quest’ultimo fatto, il 55enne, in concorso con un’altra persona giudicata separatamente, avrebbe compiuto degli atti diretti in modo non equivoco a costringere l’imprenditore a consegnare somme di denaro.
In particolare sarebbe entrato nell’attività commerciale di Sapia impugnando una pistola, minacciandolo puntandogliela contro ed alzando il cane dell’arma.
L’imprenditore, non accettando di subire passivamente anche questa richiesta di “pizzo”, aveva denunciato tutto alle forze dell’ordine.
Da qui il procedimento sfociato poi nel processo di oggi e per il quale la Corte di Appello ha ritenuto corretta la decisione di condanna rigettando l’appello proposto dall’imputato.
Anche per questo processo l’avvocato Ettore Zagarese, difensore di parte civile, specifica che il proprio difeso devolverà il risarcimento del danno in beneficenza.