Fine vita, Popolo e Identità: “a Crotone un voto apre alla cultura della morte”
L’associazione Popolo e Identità esprime la sua profonda amarezza per l’approvazione - avvenuta in Consiglio comunale a Crotone e per un solo voto di scarto - della mozione presentata dalla consigliera Venneri sul cosiddetto “fine vita”.
“Una mozione - sostiene il referente di PeI, Giancarlo Cerrelli - che, anche se priva di una reale efficacia, dietro l’apparente maschera della libertà, promuove in realtà una visione distorta della dignità umana, aprendo le porte alla legittimazione dell’eutanasia e della morte procurata, come se l’eliminazione del dolore dovesse coincidere con l’eliminazione del sofferente”.
L’associazione si dice per niente sorpresa del voto favorevole del sindaco Voce: “un primo cittadino che ha spesso ammiccato a posizioni di centrodestra ma che, oggi, ha mostrato di abbracciare battaglie ideologiche lontane dai valori della vita, della solidarietà e della cura verso il più fragile. È la conferma che certi “spostamenti” avvengono solo quando fa comodo, ma non quando occorre avere il coraggio di difendere principi non negoziabili” sbotta ancora il referente cittadino.
Secondo Cerrelli, invece, avrebbero fatto bene quei consiglieri che hanno scelto di dire no a una mozione “che guarda alla morte anticipata e innaturale del più debole, anziché promuovere politiche di accompagnamento, sollievo e speranza”.
Tra questi viene citata la posizione di Luana Cavallo, della Lega che, pur non potendo prendere parte fisicamente alla seduta per motivi personali, ha comunque espresso pubblicamente e il suo dissenso.
Per Popolo e Identità “Serve oggi più che mai una politica che torni a farsi carico dell’altro, che si impegni a custodire la vita dal suo inizio fino alla sua fine naturale, come è chiamato a fare ogni Stato realmente giusto e civile. Una politica che si misuri con la sofferenza non eliminando il sofferente, ma sostenendolo, accompagnandolo, proteggendolo”.
“L’approvazione di questa mozione – ribadisce Cerrelli per l’associazione – è avvenuta per un solo voto. È, tuttavia, un segnale chiaro che Crotone è ancora viva, che molti amministratori non intendono cedere alla deriva nichilista che pretende di mascherare la resa di fronte alla fragilità con il falso mito di un diritto a morire”.