Il due Coniglio nella stagione dell’Hera della Magna Grecia
Continuano, malgrado i caldo torrido, gli appuntamenti artistici, con la presenza di giovani virtuosi nell’ambito della prima parte della 45° Stagione concertistica l’Hera della Magna Grecia della società Beethoven Acam di Crotone.
Ieri 21 giugno abbiamo assistito e goduto della esecuzione di un duo eccezionale formato dal giovane violinista virtuoso Giuseppe Coniglio accompagnato al pianoforte dal padre Sergio Coniglio, un autentico esperto pianista accompagnatore oltre che solista di rare qualità. A renderlo noto i promotori della rasssegna.
"Il programma poi - continua la nota - vere perle del violinismo internazionale che comprendeva : LL W Beethoven sonata op 24 “ La primavera” J Brahms Scherzo dalla sonata F.A.E. C Franck sonata in la Magg, ha ulteriormente arricchito una esecuzione che ha mandato in visibilio i tantissimi presenti nella sala.
Violinista e accompagnatore, in una simbiosi inscindibile, hanno reso ancora più preziose opere che ,malgrado le enormi difficoltà tecniche ,arrivano sempre al pubblico suscitando sensazioni uniche, (il tutto naturalmente quando affrontate da artisti con capacità e sensibilità non comuni).
Due artisti, i Coniglio, che, in un dialogo serrato hanno evidenziato slanci e passione che si infiamma grazie all’amore per le opere belle e senza tempo.
Fraseggi morbidi e rubati che esaltavano la dimensione narrativa e polifonica in cui s’inserivano le voci secondarie Dall’intimismo fino al sinfonismo latente cui alludono i momenti più drammatici . Colpivano particolarmente la dizione delle frasi, l’attenzione alle sfumature dei momenti cantati, il tono sinistro e demoniaco che a tratti trapelava nelle composizioni eseguite, il suono scorticato cha incarna tragici collassi psichici.
Alla virtuosità tecnica del violinista Giuseppe , si contrapponeva un’armonia pianistica specialmente nella sonata di C Franck che ha pochi confronti nella produzione violinistica con pianoforte.
Una attenzione la loro alle filature , dolcezza del canto legato e portato, magia del pianissimo e delle mezze voci, naturalezza del crescendo che giunge all’espansione massima del volume, senza che mai il canto perda di morbidezza e seduzione.
Una esecuzione, la loro, dove l’intensità espressiva trapelava da ogni nota.
Una superba Ave Maria di Astor Piazzolla come bis, per dire grazie ad un pubblico che ha sommerso di applausi gli artisti, ha concluso una bella serata".