Occhiuto: “dimissioni decise con Meloni, Salvini e Tajani. Mi ricandido contro l’immobilismo”
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in un'intervista a Il Foglio, ha espresso la sua tranquillità in vista della prossima campagna elettorale, fissata per il prossimo ottobre (QUI)
“Affronto la campagna … con grande tranquillità, perché invece di fare promesse potrò rivendicare il lavoro fatto in questi quattro anni", ha dichiarato criticando poi la confusione che, a suo dire, regna nel centrosinistra, definendo difficile per loro governare una regione come la Calabria dove “hai bisogno di prenderti le tue responsabilità”.
“Come potrebbe governare un centrosinistra che per ogni decisione deve riuscire a mettere attorno al tavolo i 12 segretari o coordinatori di ogni partito o movimento?”, si domanda il governatore.
I rapporti politici
Parlando dei suoi rapporti con Carlo Calenda, inoltre, il presidente ha spiegato di aver sempre avuto un ottimo rapporto, ma che un recente attacco da parte del leader di Azione ha reso impossibile un accordo in vista delle elezioni.
“Tuttavia, non ho preclusioni nei confronti dei consiglieri regionali di Azione che in questi anni mi hanno sostenuto lealmente", ha precisato.
Riguardo alle sue dimissioni a seguito di un avviso di garanzia, Occhiuto ha ribadito che la scelta è stata fatta per evitare un anno di immobilismo (QUI) e ha sottolineato che un avviso di garanzia non dovrebbe portare automaticamente alle dimissioni e (QUI) confidando di esser arrivato a questa decisione dopo averla concordata con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Le sfide future
Occhiuto ha rivendicato i risultati ottenuti dalla sua amministrazione negli ultimi quattro anni, citando la costruzione di ospedali a Sibari e Vibo Valentia, il rilancio degli aeroporti e i numeri record del turismo.
Ha riconosciuto che nel settore sanitario c'è ancora molto da fare, ma ha ribadito che la sua amministrazione è pronta ad affrontare le sfide, avendo già risanato i bilanci delle aziende sanitarie. Ha concluso ribadendo che il suo unico avversario politico è il centrosinistra, e non la magistratura.