Omicidio Brogna, assassino condannato all’ergastolo
Si è concluso con una condanna all'ergastolo con isolamento diurno, oltre al risarcimento del danno alla parte civile, il processo a carico di Emanuele Rocco Valenti, 23 anni, di Vibo Valentia, accusato dell'omicidio pluriaggravato di Michele Brogna, falegname di 26 anni ammazzato a colpi di lupara alla testa il 18 febbraio del 2009 a San Gregorio D'Ippona (VV). La pena della reclusione a vita era stata richiesta, lo scorso 16 giugno, dal pubblico ministero Michele Sirgiovanni, e che fosse dichiarata la colpevolezza dell'imputato avevano chiesto anche gli avvocati di parte civile Manco e Giuseppe Di Renzo, che rappresentano i familiari della vittima per i quali sono stati chiesti diversi milioni di euro di risarcimento dei danni. Al difensore dell'imputato, l'avvocato Francesco Stilo, non resta ora che attendere le motivazioni della sentenza della Corte d'asise di Catanzaro, per poi proporre appello. Valenti, secondo l'accusa, avrebbe ucciso Brogna a seguito di una lite scoppiata nel posteggio di una scuola alla presenza di altri giovani, per punirlo di aver detto in pubblico che lui era un confidente dei carabinieri. Dopo quello scontro verbale il gruppetto si era spostato in una stradina secondaria in localita' "Favazzina", nella frazione Zammaro del comune di San Gregorio, dove Valenti, sempre secondo le accuse, aveva nascosto il fucile in una siepe. Imbracciata l'arma, il 23enne avrebbe costretto la vittima ed un altro ragazzo, Vincenzo Carra', a inginocchiarsi, per poi sparare al primo giustiziandolo con un colpo alla nuca ed uno al viso di fucile a pompa calibro 12 - tant'e' che oltre alla premeditazione ed ai futili motivi a Valenti e' contestata anche l'aggravante di "aver agito con crudelta' verso la vittima" -. Nel corso del dibattimento questa versione dei fatti e' stata confermata dallo stesso Carra', nonche' da Giancarlo Vinci e Michele Mandaradoni, altri due giovani presenti al momento della barbara esecuzione.