Coldiretti e Unaprol insieme per rafforzare l’olivicoltura calabrese
"La qualità dell’olio calabrese non si discute…..anzi si consolida. Un interesse tangibile testimoniato dalla presenza di tantissimi tra produttori, imbottigliatori, cooperative e tecnici che hanno partecipato al seminario organizzato a Lamezia Terme da Coldiretti Calabria, in collaborazione con l’Unione Nazionale Produttori Olivicoli (Unaprol) per fare il punto della situazione sull’olivicoltura calabrese e prospettare le nuove tappe e impegni del progetto per la Filiera tutta Agricola ed Italiana firmata dagli agricoltori. Sono intervenuti Ennio Scaramozzino tecnico del coordinamento Unaprol, Giuseppe Geraci consigliere Unaprol, Ester Perri responsabile Campagna Amica regionale, Benito Scazziota di Sun Thesis-Fattorie del Sole, Maria Rosaria Pupo D’Andrea ricercatrice dell’INEA, Antonio Gradilone presidente della Società Italiana di alimentazione e sport Calabria. Gli interventi hanno seguito un filo conduttore che ha evidenziato come le strategie di Coldiretti e Unaprol puntino non solo al miglioramento della qualità delle produzioni, ma anche all’affermazione sui mercati attraverso la concreta ed avanzata realizzazione della Filiera Agricola Italiana (FAI). Il direttore regionale Francesco Cosentini, nell’illustrare il risultato del Panel Test che ha analizzato alcuni campioni di olio, ha evidenziato come la GDO tenda ad escludere le produzioni locali ed italiane privilegiando gli oli di provenienza comunitaria ed extracomunitaria. Spesso –ha chiarito - le etichette riportando informazioni fuorvianti ed ingannevoli contribuiscono a creare ulteriore confusione fra i cittadini-consumatori. Il regime sanzionatorio, ha aggiunto, è troppo leggero per chi si muove fuori dalle regole immettendo sul mercato prodotti oggetto di sofisticazione. Il presidente regionale Coldiretti Pietro Molinaro nelle considerazioni finali ha invitato tutti gli operatori, agricoltori e tecnici delle filiere certificate Unaprol delle imprese coldiretti, a sentirsi parte integrante di un progetto unitario di sviluppo del sistema agricolo regionale e del nostro territorio nel suo complesso. Ha aggiunto che in funzione della nostra capacità di cogliere le opportunità del Progetto di Filiera Agricola e Italiana e della evoluzione che avrà la Politica Agricola Comunitaria anche sull’olivicoltura calabrese, l’affermazione delle eccellenze che il territorio esprime potrà sicuramente realizzarsi. La qualità indiscutibilmente fa la differenza e la Calabria è sulla strada giusta e cresce. Ma questo non è sufficiente perché il sistema dei controlli deve garantire chi produce nel rispetto delle regole e il cittadino-consumatore che acquista, deve poter effettuare un acquisto consapevole. Molinaro ha ricordato l’accordo della Coldiretti nazionale per la lotta alle contraffazioni degli extravergine di oliva fatto con il Corpo Forestale dello Stato, che prevede l’utilizzo di una nuova metodologia di analisi fondata sugli isotopi stabili che consente di identificare analisi specialistiche sulle provenienze nazionali, comunitarie ed extracomunitarie dell’olio extravergine. Una iniziativa che coinvolgerà il Ministero e l’Agenzia delle Dogane e avrà una valenza giuridica opponibile a terzi. La mostra comparata di bottiglie di olio di uso comune e di olio extra vergine delle filiere certificate Unaprol delle imprese coldiretti oggetto dell’analisi organolettica effettuata dal Panel Test dei tecnici dell’ARSSA di Mirto ha dato risultati sbalorditivi!! Sono stati16 i campioni analizzati. Fra questi 11 sono relativi ad acquisti effettuati in super ed ipermercati della Regione, oli di uso comune e marchi anche molto diffusi, che richiamano il nome e l’immagine dell’Italia e del suo agroalimentare. Tutti riportano con caratteri molto ben visibili la categoria merceologica “olio extra vergine di oliva”. Gli altri 5 campioni sono di olio ottenuto da filiere calabresi certificate, che partecipano al progetto di miglioramento della qualità dell’olio extra vergine di oliva realizzato dall’UNAPROL a valere sul Reg. Ue 867/2008. I risultati delle analisi sensoriali attestano che sugli scaffali della GDO locale ci sono oli identificati come extra vergine che, in 9 casi è solo “vergine” ed in 2 casi addirittura “lampante” e non destinabile al consumo alimentare, secondo la normativa vigente. Gli oli delle 5 filiere locali, hanno invece le carte in regola e sono ottenuti da olive raccolte nei nostri territori e prodotte da nostri agricoltori, risultano extra vergini, così come riporta correttamente l’etichetta. Queste bottiglie, però, inspiegabilmente non trovano spazio sugli scaffali. E così, il messaggio di coldiretti è chiaro: l’inganno è servito!"