Con il romanzo “Sandali di ortica”, Ursini edizioni, vince il premio di narrativa “Torre Petrosa”
Con il romanzo “Sandali di ortica” (sottotitolo: Storia di un sovversivo calabrese”, pubblicato nel mese di aprile dalle Edizioni Ursini di Catanzaro, lo scrittore Paolo Arcuri, nato a Castagna di Carlopoli, ha vinto la quinta edizione del Premio di narrativa edita “Torre Petrosa”, promosso dal Comune di Vibonati (Salerno). Il premio si è concluso ieri a Villammare di Vibonati, con il voto di cinquanta lettori chiamati ad esprimere il loro voto su una terna di tre volumi precedentemente selezionati da una giuria tecnica presieduta da Ambrogio Ietto e composta da Vincenzo Abramo, Antonietta Cantillo, Raffaella Luciano e Giuseppe Vallone. Gli altri due libri finalisti erano “Re di bastoni, in piedi” di Francesca Battistella e “Il compleanno di mia madre” di Maria Regina Simonetti. “Il romanzo di Paolo Arcuri – ha sottolineato la giuria – è il viaggio storico di un meridionale calabrese attraverso cui le vicende personali del protagonista - il nonno dell’autore - rivisitano la storia di un popolo e di un Paese alla ricerca della libertà”. Pienamente soddisfatti di questo importante risultato, l’editore e l’autore.
“Quella di Paolo – ha dichiarato Ursini – è una vittoria ampiamente meritata ma certamente inaspettata. Ecco perché sento il dovere di ringraziare tutta la Giuria e l’amministrazione comunale di Vibonati, per la serietà con cui hanno condotto la selezione delle tre opere finaliste, cosa molto rara oggi nei premi letterari riservata alla narrativa edita”. “La vittoria del romanzo "Sandali di ortica" – ha aggiunto Ursini - è il segnale tangibile che anche nelle regioni meridionali si può fare buona cultura e che i nostri scrittori, spesso bistrattati dalla critica e dagli stessi enti locali, possono degnamente competere con tutti gli altri. Mi auguro ora che gli Enti regionali preposti alla diffusione della cultura prestino attenzione a questo volume e lo distribuiscano, come ha fatto il comune di Vibonati, nelle scuole e biblioteche pubbliche della Calabria, considerato che trattasi di una storia vera, scritta sulla base di documenti storici di assoluta attendibilità”. “Tutto avrei pensato - ha commentato soddisfatto l’autore - tranne che il mio romanzo potesse suscitare tanto interesse”. Paolo Arcuri ha costruito il suo romanzo, di “carattere storico”, sulla base di alcuni episodi del nonno, vissuto durante l’epoca fascista; episodi che la madre gli ha raccontato con dovizia di particolari. Ed è proprio alla madre che con questo libro ha voluto rendere omaggio. “Da sempre - racconta l’autore - mi ha affascinato la figura di quest’uomo, che non ho mai conosciuto, essendo nato due anni dopo la sua morte. E’ l’incredibile e travagliata esistenza di un contadino quasi analfabeta, costretto dalla miseria ad emigrare in Francia per lavoro. Lì fu coinvolto politicamente nella militanza antifascista comunista, che lo portò a subire per lunghi anni, fino alla caduta del regime, l’infame marchio della rubrica di frontiera, dove fu segnalato come “sovversivo politico di fede comunista”. E questo è già un buon inizio per un romanzo che ha tutte le credenziali per suscitare grande interesse.