La Nazionale ha dato un calcio alla ‘ndrangheta
A Rizziconi la Nazionale di Prandelli e Balotelli ha dato un calcio alla ‘ndrangheta. Lo ha fatto allenandosi, con il pallone “No pizzo” su un campetto confiscato alla locale cosca dei Crea, alla presenza di tanti giovani e di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Ed era stato proprio don Ciotti a proporre alla Figc (Federazione italiana giuoco calcio) questa iniziativa, subito accolta da mister Prandelli e dai giocatori. L’allenamento e la partitella della nazionale è stata disputata anche in ricordo di Domenico Gabriele, il bimbo ferito nel 2009 proprio mentre giocava in un campetto di calcio a Crotone e morto 3 mesi dopo. E don Luigi ha presentato a tutti i calciatori della nazionale i genitori di Dodò, Francesca e Giovanni, che hanno voluto essere presenti per manifestare la grande passione del figlio.
A Rizziconi erano presenti anche i politici, tra cui il governatore Scopelliti, il presidente della provincia di Reggio; non quelli locali, però, visto che il Comune è commissariato (lo è stato per 5 volte in 11 anni) proprio per infiltrazioni mafiose. Presenti anche la dirigente dell’agenzia dei beni confiscati Laganà e il vescovo della diocesi di Oppido - Palmi. Il tutto si è svolto sotto l’occhio vigile di decine e decine di poliziotti, carabinieri, finanzieri, forestali, pompieri, vigili urbani, e militari e di telecamere e flash dei reporter. I vari Buffon, Balotelli, Pirlo, Marchisio, Abate oltre che firmare autografi e dispensare sorrisi, hanno avuto un altro grande pregio: liberare il campetto dal sigillo di bene mafioso, con la speranza che, da adesso in poi, anche i bimbi di Rizziconi siano liberi di giocare.