Ictus: A.O. Cosenza informa i cittadini su primi sintomi
Finora, essere colpiti da ictus significava morire o sopravvivere con grandi handicap, condizionando l’esistenza propria e delle famiglie. Un destino ben noto a tante persone ed ancora molto diffuso, nonostante i progressi della scienza. L’ictus rappresenta, attualmente, la terza causa di decesso nel mondo e la prima causa di invalidità nelle persone sopra i 60 anni. All’Annunziata di Cosenza, nell’ambito della UOC di Neurologia, è attiva e funzionante - informa una nota dell'Azienda Ospedaliera cittadina - la Stroke Unit, una struttura, ma soprattutto un modello organizzativo, che ha permesso già a molti pazienti di scongiurare il pericolo di morte e di tornare a condurre una vita “quasi normale”. Stroke in inglese significa “colpo”, così come “colpo“ è il significato del termine latino “ictus”, patologia all’80% di natura ischemica, cioè dovuta o alla formazione di un trombo nell’ambito di un’arteria cerebrale o all’arrivo di un embolo , che, partendo dal cuore o da una placca aterosclerotica, si va a fermare in una arteria cerebrale, causando un infarto cerebrale. E’ di questa malattia che si occupa la Stroke Unit, una sezione specialistica istituita all’interno della Unità Operativa Complessa di Neurologia, diretta dal dr. Alfredo Petrone, La struttura è dotata di posti letto e, in poco tempo, ha prodotto risultati importanti, grazie all’impegno dell’Azienda e dei suoi professionisti. Nella Stroke Unit i pazienti vengono monitorizzati 24 h su 24 e possono essere sottoposti a trattamento fibrinolotico endovenoso con l’alteplase, farmaco specifico, in grado di sciogliere il trombo e ridurre il danno neurologico.
La struttura dell’Annunziata di Cosenza è l’unica in Calabria a potersi fregiare del titolo di struttura di riferimento/eccellenza di terzo livello, perché può contare su un team professionale multidisciplinare, tra questi, Neuroradiologi esperti in tecniche diagnostiche avanzate e in interventistica, Medici del Pronto Soccorso, Neurochirurghi, Fisiatri, Chirurghi Vascolari, Medici di Laboratorio, Fisioterapisti, Infermieri specificamente addestrati ed esperti nell’assistenza al paziente con ictus. Nella Stroke Unit sono stati effettuati, dall’inizio dell’anno in corso, più di 30 fibrinolisi, sia per via venosa sia per via intrarteriosa, con risultati, nella maggior parte dei casi, di eccellenza. In attesa della formazione di una rete regionale o provinciale che consentirebbe di gestire al meglio tale patologia, al fine di assicurare, in maniera efficace, la copertura della popolazione della nostra provincia, è stato attivato un protocollo d’intesa con il 118 dell’ASP di Cosenza. Il protocollo, oltre a consentire di effettuare una adeguata e continua formazione del personale 118, disegna un percorso che prevede la comunicazione telefonica dei Medici della Centrale Operativa con il Neurologo ospedaliero, e di questi ultimi con i medici che hanno effettuato il soccorso, in modo da valutare se esistono le condizioni, entro 3 – 4 ore e mezzo massimo dall’insorgenza dell’evento, per l’ eventuale somministrazione della terapia di fibrinolisi. All’arrivo in Pronto Soccorso si attua un percorso diagnostico – terapeutico intraospedaliero, che attivando una catena di professionisti, porterà i casi eleggibili al trattamento adeguato.
E’ necessario, però, che ora si porti avanti un’opera di sensibilizzazione della cittadinanza,affinché venga data la giusta importanza ai primi sintomi dell’ictus, poiché l’intervento medico è tanto più efficace, quanto più precocemente effettuato e, comunque, in un periodo non superiore alle 4 ore e mezza per quanto riguarda gli eventi che colpiscono il circolo arterioso anteriore e 6-12 ore per quanto riguarda il circolo posteriore. La sinergia, tra la struttura ospedaliera, che fornisce cure di eccellenza, tra una attività di prevenzione basata su corretti stili di vita e su farmaci specifici, e la sensibilità dei mass media, che possono fornire una informazione adeguata e capillare, potrà consentire una considerevole riduzione delle alte percentuali di decessi per i pazienti colpiti da ictus e certamente una migliore qualità della loro vita.