Parkinson: Ra.Gi. Onlus Catanzaro porta le sue tecniche a Roma
Le tecniche corporee di danzaterapia espressivo relazionale applicate ai pazienti dello Spazio Alzheimer e Demenze neurodegenerative di Catanzaro sono state presentate a Roma sabato scorso 26 novembre in occasione della Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson – promossa da LIMPE (Lega Italiana per la lotta contro la Malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze) e da DISMOV-SIN (Associazione Italiana Disordini del Movimento e Malattia di Parkinson) da anni impegnate sulla patologia che, per combattere la scarsa informazione, sensibilizzare sull’importanza della diagnosi precoce, sui progressi della ricerca, ma anche sulla qualità di vita dei pazienti, hanno organizzato nella capitale diversi appuntamenti tutti promossi in strutture ospedaliere ed universitarie. – È quanto si legge in una nota del Ra.Gi. omlus di Catanzaro - Il presidente della Ra.Gi. Elena Sodano danzaterapeuta Apid, ha avuto modo di presentare l’esperienza dello Spazio Alzheimer al seminario promosso a Tor Vergata- Biblioteca della Neurologia di Roma - dal tema “Esiste una terapia non farmacologica per il Parkinson?”
La presentazione dell’esperienza si è esplicitata attraverso due momenti: una relazione di natura anatomo-fikesiologica sui benefici applicativi della Laban Movement Analysis e in particolare degli “Effort-Shape” e di seguito un laboratorio esperenziale di danzaterapia espressivo relazionale rivolto a medici, neurologi, infermieri e familiari di pazienti che hanno potuto sperimentare alcune attività di danzaterapia proposte nello Spazio Alzheimer e demenze neurodegenerative. Dopo aver ringraziato la scuola di ArtiTerapie di Roma convenzionata con l’Università di Tor Vergata e diretta dallo psichiatra Alessandro Tamino, lo psichiatra Vincenzo Bellia direttore del programma di formazione in danzaterapia della Scuola di ArtiTerapie convenzionata Apid, la Sodano ha brevemente parlato del progetto “Soli Mai Piu’ e della miglioria dello Spazio Alzheimer ringraziando l’Assessore comunale alle Politiche sociali Fulvio Scarpino per aver compreso l’importanza di un servizio alternativo alle terapie usuali con cui in Calabria si curano le patologie neurodegenerative.
“Il metodo applicato – ha riferito al Sodano - è quello che ho appreso con il professor Benoit Lesage medico e direttore dell’Istituto Irpecor (Francia) durante i miei anni di formazione. Attraverso lenti percorsi circolari e spiraliformi e opportuni esercizi di sensibilizzazione che partono dai piedi, si comincia a capire/esperire il concetto di centro di equilibrio che viene poi esteso, con specifici esercizi, ai segmenti corporei fondamentali che regolano la statica del corpo: ginocchia, anche/ bacino, zona lombare, torace, zona cervicale/occipitale. Il lavoro differenziato e orientato alle singole parti del corpo viene sviluppato con esercizi specifici sui 3 piani fondamentali, lavorando prima per forze contrapposte (alto-basso, avanti-indietro, destra-sinistra) Progressivamente si sviluppa una maggiore consapevolezza corporea attraverso un opportuno processo trasformativo del movimento fisico accompagnato da una costante presenza mentale. Ciò consente di affrontare il classico blocco motorio tipico del malato di Parkinson, spostando l’attenzione alla funzione del movimento piuttosto che al movimento stesso. Tale approccio comporta che non esistono “malati”, ma individui con maggiore o minore libertà di azione o di elaborazione dovuta a impedimenti di natura interna od esterna che limitano la pratica di qualsivoglia movimento.
Questo metodo di lavoro consente di uscire dalla logica frustrante del non riuscire a comandare il proprio corpo nell’eseguire un determinato movimento, situazione tipica del malato di Parkinson, e, attraverso la logica del processo, ovvero dei piccoli passi, di raggiungere comunque un risultato corretto parametrato alle proprie possibilità del momento. Il gesto lento, misurato e di ascolto consente una “mappatura” del proprio sistema integrato corpo-mente-relazione, attraverso la ripetizione di movimenti corporei che si sviluppano con forze opposte nei tre piani fondamentali. La lentezza e la regolarità ritmica degli esercizi basati sull’attività funzionale, la stimolazione interna degli organi, l’atteggiamento flessibile del corpo, gli effetti dell’allenamento sui centri di equilibrio hanno rilevanza clinica soprattutto per i malati di Parkinson, svolgendo attività di prevenzione delle cadute (riducendo la probabilità di cadute rovinose), riducendo il tremore e controllando l’attività motoria. L’importante per il malato non è tanto il “ricordare” i movimenti o una sequenza, quanto il “fissare” i principi che stanno alla base dei movimenti fondamentali del corpo umano nello spazio in modo da renderli parte integrante (“normali”) del proprio vivere quotidiano”.