Catanzaro: operazione “Isola Felice”, discussi i ricorsi

Catanzaro Cronaca

Sono stati discussi oggi davanti al tribunale del riesame di Catanzaro i ricorsi presentati da tredici indagati coinvolti nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme sul presunto rilascio di "patenti facili", sfociata nell'operazione "Isola felice". Tra gli altri, l'annullamento, la revoca o la sostituzione dell'ordinanza cautelare eseguita il 10 novembre scorso è stata chiesta dagli avvocati Gianni Russano e Francesco Pullano nell'interesse di Gaetano De Salvo, attuale direttore facente funzione della Motorizzazione civile di Catanzaro, una delle otto persone sottoposte agli arresti domiciliari, come anche per altri quattro indagati destinatari della medesima misura cautelare, e cioè Vincenzo De Sensi, titolare di una scuola guida di Lamezia Terme e Achille Amendola, collaboratore di De Sensi; Sebastiano Fruci, titolare di una scuola guida a Curinga; Luigi Zurlo, pensionato di Catanzaro, definito dagli inquirenti il "faccendiere".

Discussi, i ricorsi presentati nell'interesse di otto indagati tutti sottoposti all'obbligo di dimora nel comune di residenza (difesi da Francesco Oliveto, Gregorio Viscomi, Piero Chiodo e Spinelli). I giudici (presidente Adalgisa Rinardo, a latere Sergio Natale e Ilaria Tarantino) si sono riservati di decidere. Appena quattro giorni fa il collegio del riesame ha depositato il proprio provvedimento nell'interesse di un altro indagato sottoposto ai domiciliari, l'ingegnere Roberto Arcadia, funzionario della motorizzazione civile di Catanzaro, rimesso in libertà ma con la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio e la conseguente interdizione temporanea dallo svolgimento delle attività lavorative inerenti all'ufficio stesso. L'ordinanza eseguita con l'operazione "Isola felice" è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza, su richiesta del sostituto procuratore Domenico Galletta, in base ai risultati dell'indagine condotta dalla Polizia stradale di Lamezia Terme e dalla Squadra giudiziaria del Compartimento della stradale di Catanzaro.

Le accuse complessivamente contestate nell'inchiesta sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed alla truffa ai danni dello Stato.