Operazione “Isola felice”, tornano in libertà altri quattro indagati
Sono tornati in libertà quattro indagati per i quali era stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme sul presunto rilascio di "patenti facili", sfociata nell'operazione "Isola felice". I giudici del tribunale del riesame di Catanzaro (presidente Adalgisa Rinardo, a latere Sergio Natale e Ilaria Tarantino) hanno infatti revocato il provvedimento nei confronti di Vincenzo De Sensi, titolare di una scuola guida di Lamezia Terme e Achille Amendola, collaboratore di De Sensi (entrambi difesi dall'avvocato Giuseppe Spinelli); Sebastiano Fruci, titolare di una scuola guida a Curinga (difeso da Massimo Carnovale); Luigi Zurlo, pensionato di Catanzaro (difeso da Piero Mancuso), definito dagli inquirenti il "faccendiere", sostituendo i domiciliari con l'obbligo di dimora nel comune di residenza per De Sensi e Fruci, e con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma per Zurlo - nessuna misura è stata invece disposta per Amendola -. Nei giorni scorsi il collegio aveva già revocato i domiciliari ad altri due degli otto indagati per i quali erano stati disposti, e cioe' Gaetano De Salvo e Roberto Arcadia, rispettivamente direttore facente funzione e funzionario della Motorizzazione civile di Catanzaro, per i quali e' stata comunque disposta la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio e la conseguente interdizione temporanea dallo svolgimento delle attivita' lavorative inerenti all'ufficio stesso. L'ordinanza eseguita con l'operazione "Isola felice" e' stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza, su richiesta del sostituto procuratore Domenico Galletta, in base ai risultati dell'indagine condotta dalla Polizia stradale di Lamezia Terme e dalla Squadra giudiziaria del Compartimento della stradale di Catanzaro. Con il provvedimento, in particolare, sono state disposte diciassette misure cautelari - di cui otto agli arresti domiciliari e nove di obbligo di dimora nel comune di residenza -, ed il sequestro preventivo di 66 patenti di guida, 50 certificati di formazione professionale Adr e 195 veicoli sottoposti a collaudo straordinario mediante la produzione di relazioni tecniche ritenute apocrife, mentre altre 144 persone sono state denunciate. Le accuse complessivamente contestate nell'inchiesta sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed alla truffa ai danni dello Stato.