Una faida per controllare la Sila catanzarese, blitz nella notte: dodici fermi per mafia

Catanzaro Cronaca

Una vera e propria faida esplosa per la supremazia del controllo dell’area montana della provincia catanzarese. Su questo hanno indagato i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro che stamani all’alba, insieme ai colleghi dei Reparti speciali, hanno fatto scattare l’operazione denominata “Reventinum(QUI TUTTI I PARTICOLARI).

Il blitz ha colpito dodici persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo gli inquirenti farebbero parte di due cosche di ‘ndrangheta contrapposte - gli Scalise e Mezzatesta - e operative nell’area montana della Presila catanzarese.

I militari hanno eseguito - tra la Calabria e alcune località del Nord Italia - altrettanti fermi di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri. Effettuate anche numerose perquisizioni.

L'OMICIDIO DELL'AVVOCATO PAGLIUSO

Ad alcuni degli indagati, poi, si contesta anche la violenza privata e il sequestro di persona ai danni di Francesco Pagliuso, l’avvocato - all’epoca 43enne e professionalmente impegnato in diversi processi di ‘ndrangheta - ammazzato in un agguato a Lamezia Terme il 9 agosto del 2016 (LEGGI).

Per questo omicidio è finito in carcere, nell’anno scorso, Marco Gallo, considerato il sicario che a pagamento avrebbe ucciso Pagliuso per una vendetta trasversale (LEGGI), in particolare per la sua presunta vicinanza a Domenico Mezzatesta, ex vigile urbano che insieme al figlio Giovanni aveva ammazzato invece, nel 2013, in un bar di Decollatura, Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo (LEGGI), considerati a loro volta vicini agli Scalise.

I NOMI DEGLI INDAGATI

L’accusa per tutti è di associazione di stampo mafioso ma anche, e a vario titolo, di estorsione, violenza privata, sequestro di persona, danneggiamento, detenzione illegale di armi.

A Pino e Luciano Scalise (rispettivamente di 60 e 40 anni), Giuliano Roperti (49), Giovanni (42) e Livio Mezzatesta (49) gli inquirenti contestano di aver avuto un ruolo verticistico nell’organizzazione, mentre gli altri fermati sono Andrea Scalzo (37), Angelo Rotella (35); Vincenzo Mario Domanico (42); Salvatore Domenico Mingoia (53); Cleo Bonacci (56) e Eugenio Tomaino (54). A Ionela Tutuianu (41), si contesta infine un ruolo di partecipe: compagna di uno degli indagati della cosca Mezzatesta avrebbe avuto il compito di far arrivare i messaggi agli affiliati da parte del presunto capo rinchiuso tra le sbarre.

(aggiornata alle 12:30)