Patenti facili: torna libero direttore Motorizzazione Catanzaro

Catanzaro Cronaca
tribunale-cz.jpg

È stata revocata la misura cautelare degli arresti domiciliari disposta a carico di Gaetano De Salvo, attuale direttore facente funzioni della Motorizzazione civile di Catanzaro, coinvolto nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme sul presunto rilascio di "patenti facili", sfociata nell'operazione "Isola felice". Il tribunale del riesame di Catanzaro – scrive l’Agi - ha rimesso in libertà De Salvo - come richiesto dai suoi avvocati Gianni Russano e Francesco Pullano -, per il quale è stata disposta la sola interdizione temporanea, e precisamente per due mesi, dall'esercizio di un pubblico ufficio, non ravvisando a suo carico i gravi indizi di colpevolezza relativamente alla contestazione di associazione a delinquere che gli è stata mossa. Alcuni giorni fa il collegio del riesame ha depositato il proprio provvedimento nell'interesse di un altro degli otto indagati sottoposti ai domiciliari, l'ingegnere Roberto Arcadia, funzionario della motorizzazione civile di Catanzaro, pure rimesso in libertà ma sempre con la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio e la conseguente interdizione temporanea dallo svolgimento delle attività lavorative inerenti all'ufficio stesso. L'ordinanza eseguita con l'operazione "Isola felice" è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza, su richiesta del sostituto procuratore Domenico Galletta, in base ai risultati dell'indagine condotta dalla Polizia stradale di Lamezia Terme e dalla Squadra giudiziaria del Compartimento della stradale di Catanzaro. Con il provvedimento, in particolare, sono state disposte diciassette misure cautelari - di cui otto agli arresti domiciliari e nove di obbligo di dimora nel comune di residenza -, ed il sequestro preventivo di 66 patenti di guida, 50 certificati di formazione professionale Adr e 195 veicoli sottoposti a collaudo straordinario mediante la produzione di relazioni tecniche ritenute apocrife, mentre altre 144 persone sono state denunciate. Le accuse complessivamente contestate nell'inchiesta sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed alla truffa ai danni dello Stato.