“La crisi fa il botto”. Tra finanziaria e cenoni in casa anche i “fuochi” hanno dato forfait
Sarà colpa dei sacrifici imposti dal Decreto Salva Italia del premier Monti. Sarà merito delle forze dell’ordine che nelle ultime settimane hanno sequestrato tonnellate di fuochi pirotecnici. Mettiamoci pure qualche sindaco che ha adottato la non condivisibile (almeno per noi) scelta di vietarli, ma questo Capodanno all’insegna dell’austerity ha dato un segnale di crisi inequivocabile.
Se negli anni scorsi il rientro a casa dopo i bagordi di San Silvestro si traduceva in un vero e proprio slalom tra le vie cittadine, nel tentativo di evitare i resti della guerriglia di mezzanotte, quest’anno invece “tutto liscio”. Quasi fossero passati solerti operatori ecologici a ripulire in fretta e furia.
Non so se ve ne siete accorti ma i botti di fine anno questa volta sono apparsi in sordina: poche eco prima del 31 dicembre, pochissime - quasi impercettibili rispetto alla tradizione - quelle che hanno accompagnato lo scoccare della mezzanotte. Ed anche se il triste bollettino dei feriti non ha tardato ad arrivare non possiamo non registrare come siano stati risicati i calabresi che hanno fatto esplodere le tradizionali “bombette” per salutare l’arrivo del 2012.
Forse - è un’illazione! - c’è ben poco da festeggiare tra rincari per le famiglie, pensioni rimandate, preoccupazioni per un futuro incerto ed inquieto. Forse il nuovo anno è foriero di così tanti sacrifici per i comuni cittadini (leggasi a reddito medio) che la voglia di festeggiarlo con spari e fuochi pirotecnici deve essere passata a tanti.
O forse, soluzione più plausibile, il borsellino dei calabresi è divenuto così striminzito da non poter permettere più neanche un eccesso di allegria che di certo non farebbe male all’umore.
Non so! A voi le considerazioni. Se i botti di fine anno sono però, come qualcuno ritiene, un segnale di euforia ed entusiasmo per il domani, quest’anno appena iniziato - hai voglia a pensare positivo! - non si è affacciato proprio sotto i migliori auspici.
Vincenzo Ruggiero