Bilancio della Polizia Provinciale di Cosenza a 4 mesi dall’apertura della stagione venatoria
Anche nel corso del 2011, il Corpo di Polizia Provinciale di Cosenza, coordinato dal Comandante dott. Giuseppe Colaiacovo, è stato quotidianamente impegnato sul territorio dei 155 Comuni della Provincia nell'espletamento dei compiti istituzionali. Le funzioni che hanno visto gli Agenti impegnati hanno riguardato la polizia ambientale, ittico-venatoria, amministrativa, stradale, giudiziaria, demaniale, mineraria e idraulica, nonché di quelle ausiliarie di pubblica sicurezza, di supporto agli Enti Locali, di vigilanza al patrimonio dell’Ente Provincia. Una delle attività in cui il personale della Polizia Provinciale è stato maggiormente impegnato ha riguardato i servizi diretti a contrastare e reprimere ogni ipotesi di illecito venatorio, al fine di tutelare le risorse faunistiche del territorio.
A 4 mesi dall’apertura della stagione venatoria ad oggi, sono state impiegate in questa attività circa 892 pattuglie ed effettuati 1456 controlli. In materia venatoria è risultata importante anche la collaborazione con le Guardie Giurate Volontarie appartenenti alle associazioni di volontariato che operano sotto la direzione della Polizia Provinciale. Hanno collaborato al controllo del territorio circa 80 Guardie Giurate Volontarie. Durante i controlli effettuati, 96 sono stati i verbali amministrativi elevati e 4 quelli penali.
Inoltre, sono stati sequestrati fucili, richiami elettromagnetici e svariati capi di fauna abbattuti in violazioni alla legge 157/1992 ed al disposto del calendario venatorio regionale 2011/2012. Le aree maggiormente soggette ad illeciti venatori sono quelle della Sila e del Pollino. Per quanto riguarda la Sila, in particolare, sono da evidenziare le denunce effettuate a carico di un uomo, colto in fragranza di reato mentre cacciava sul Monte Volpintesta, e di altri tre cacciatori che hanno introdotto armi in località Macchia di Pietro. Entrambe le aree si trovano nel comune di San Giovanni in Fiore e ricadono nel Parco Nazionale della Sila. Dovranno ora rispondere del reato di introduzione di armi all’interno di un’area protetta, sanzionato dalla Legge Quadro sulle aree protette, la n. 394/1991.
Non solo. Tra le attività messe in campo dalla Polizia Provinciale vi è anche il recupero della fauna selvatica in difficoltà. 138 sono, infatti, i capi recuperati e consegnati poi al CIPR di Rende che ha provveduto alla cura dei rapaci ed al loro successivo rilascio in natura. Vittime del bracconaggio sono state alcune tra le specie più rare di volatili in Italia, esemplari che costituiscono un grande esempio di biodiversità, quali il falco pellegrino, il gufo comune, il gufo reale, la testuggine Hermann.
La Polizia Provinciale è diventata un sicuro punto di riferimento per i cittadini che si sono rivolti quotidianamente alla Sala Operativa per effettuare delle segnalazioni, al fine di salvaguardare un grande patrimonio ambientale. Le attività del Corpo di Polizia Provinciale, in ambito venatorio, proseguiranno in maniera ininterrotta e serrata per tutto il periodo di apertura della caccia, con la mobilitazione di uomini e mezzi dislocati sul tutte le aree del territorio provinciale.