APZ Crotone sulla nuova imposta Imu

Crotone Attualità

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa di Franco Barretta, Presidente Associazione Produttori Zootecnici della Calabria

"La nuova imposta municipale sugli immobili (IMU), l’incremento progressivo delle aliquote contributive a carico degli imprenditori agricoli, l’aumento delle imposte sui terreni agricoli, a cui va aggiunto il continuo aumento del prezzo del gasolio, che tra l’altro per le aziende rappresenta uno dei fattori più incisivi sui costi produttivi, sono elementi che rischiano di impoverire ulteriormente il tessuto produttivo agricolo e zootecnico crotonese. La nuova imposta sugli immobili colpisce anche le stalle, i fienili, i capannoni necessari per proteggere, animali, fieno, trattori e attrezzi vari, andando a colpire e tassare quelli che sono di fatto mezzi di produzione per le imprese agricole.

A tal proposito lanciamo un appello ai Sindaci del territorio affinché possano dimezzare l’aliquota relativa all’IMU, invitandoli ad applicare la facoltà che la legge assegna Loro di ridurre la nuova tassa che ha eliminato ogni agevolazione dei fabbricati rurali ed elimina le riduzioni d’imposta sui terreni agricoli a favore degli imprenditori agricoli che conducono direttamente il fondo. Ci rendiamo conto dei grandi sacrifici imposti ai cittadini italiani ed è giusto che ognuno faccia la sua parte, però nel caso degli agricoltori, ci troviamo di fronte a una doppia stangata in quanto gli agricoltori oltre a pagare tutti gli aumenti previsti per i cittadini si trovano a pagare anche questa sorta di patrimoniale agricola. Infatti l’IMU peserà sulle tasche degli agricoltori con aumenti percentuali ben più alti di chi detiene terreni per fini speculativi.

Sono necessari provvedimenti equi che favoriscono la crescita, al momento non si vede nessuna azione in tal senso, ed il rischio è che si possa verificare un ulteriore ridimensionamento di un settore che in provincia rappresenta l’unico reparto economico che possa promuovere economia con le sue migliaia di imprese. E’ impensabile che dal 1989 ad oggi il prezzo della mezzena di un bovino sia rimasto lo stesso ( 1989 il prezzo della mezzena era di 7.000 lire/kg oggi è di 3.62 euro/kg pari a lire 7.009) mentre un litro di gasolio è triplicato dal 1989 ad oggi, determinando un effetto valanga anche sulla spesa con un aumento sui costi di trasporto oltre che a quelli di produzione, trasformazione e conservazione. E’ fondamentale, affinché l’agricoltore possa continuare a produrre cibo di qualità, presiedere il territorio e continuare a fare reddito, promuovere azioni e misure in grado di sostenere l’attività produttiva. Occorre ricordare che l’agricoltura rappresenta l’espressione più alta dell’economia reale e può svolgere un ruolo strategico nel rilancio dello sviluppo del nostro Paese. Un grande Paese si riconosce da come lavora per mantenere grande la sua agricoltura, vedi USA, Germania, Francia.

Se crolla l’agricoltura crolla l’ambiente, l’industria a monte e quella a valle del settore primario. Il Governo attraverso il comparto primario doveva investire in tutela ambientale, in gestione del territorio, ma anche in qualità e sviluppo commerciale verso nuovi mercati, non colpirlo con tasse e balzelli vari che saranno devastanti. Ci aspettiamo che le organizzazioni agricole tutti insieme facciano sentire le ragioni del comparto e si possa dare stimoli e fiducia al mondo agricolo prima che sia troppo tardi.