Nuova mega piattaforma a Crotone: i motivi dell’arrivo
Tanto si annunciò che alla fine è arrivata: parliamo della piattaforma Gfs Key Manhattan, battente bandiera delle isole Vanuatu. Rimorchiato da due imbarcazioni tipo “Suppley Vessel” l’impianto mobile off shore della società “Transocean” si è sistemato accanto alla piattaforma “Hera Lacinia Beaf”. Ufficialmente la Gfs Key Manhattan è approdata nelle acque del mar Ionio per migliorare la produzione dei pozzi da cui l’Eni estrae il metano, in particolare il “Luna 41 Dir”, “Hera Lacinia 16 Dir” e “Hera Lacinia 17 Dir”.
Come era facile immaginare, l’arrivo di quello che è stato definito un “mostro marino”, per la sua impressionante mole, ha suscitato diverse reazioni. Preventivamente avevano protestato i pescatori, visto che la Capitaneria di porto, con l’arrivo della mega piattaforma, ha emanato un’ordinanza che vieta la navigazione delle imbarcazioni da diporto nell’arco di 500 metri.
Erano seguiti i timori di alcune associazioni ambientaliste, in occasione di un’iniziativa di Italia Nostra nel Parco Zanotti Bianco, che denunciavano l’arrivo della piattaforma “Lulù 1” in piena zona dell’Area marina protetta di Capo Rizzuto. Timori rilanciati dai giovani della Compagnia dei democratici.
Il Comune di Crotone, invece, tranquillizza sottolineando, con una nota, che la Società Ionica Gas (100% Eni) a partire dal mese di settembre 2011, per un periodo di tempo di circa quattro mesi, effettuerà alcuni interventi di manutenzione straordinaria dei pozzi, già esistenti, sulla piattaforma fissa di produzione che si trova a largo della costa crotonese denominata 'Hera Lacinia Beaf'. Tali interventi manutentivi, si legge nella nota, che non comporteranno la perforazione di nuovi pozzi, sono effettuati periodicamente e si rendono necessari per garantire la continuità della sicurezza delle installazioni in mare.
Nonostante le rassicurazioni, però, le proteste continuano, come quelle del sindacato italiano balneari della Provincia di Crotone diretto da Enzo Fantasia. Il Sib, in particolare, mette in guardia dalle possibili ripercussioni in termini turistici.
Una cosa, da tutta questa vicenda, sembra chiara: nessuno può accedere nell’area marina protetta di Capo Rizzuto neanche con una piccola barchetta ma questo non vale per un’enorme piattaforma, con buona pace per il paesaggio e della coerenza.