Oliverio (Pd) interroga il ministro dell’Ambiente sui pozzi Eni nel Crotonese
Un’interrogazione al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio è stata presentata ieri dal deputato del Pd, Nicodemo Oliverio in merito all’arrivo della nuuova piattaforma Eni nelle acque marine crotonesi. “Le coste situate di fronte alla città di Crotone - si legge nella premessa dell’interrogazione del parlamentare - sono utilizzate da più di trent'anni dalla società petrolifera ENI per l'estrazione di gas metano, in quantità tali da garantire il 15 per cento dell'intero consumo nazionale”. Dopo aver citato le dichiarazioni della vice presidente della giunta regionale Antonella Stasi sulle mancate notizie avute dalla Regione dall’Eni sull’autorizzazione per nuovi pozzi per il prelievo di metano, “da notizie di stampa pubblicate il 14 settembre 2011 sul sito www.cn24tv.it – continua il parlamentare - cronaca di Crotone, si legge che, sul caso della piattaforma “Gfs Kei Manhattan”, si è tenuto un incontro presso la Procura della Repubblica di Crotone tra il Procuratore della Repubblica Raffaele Mazzotta ed i vertici della Capitaneria di porto di Crotone guidati dal comandante Nicola Freda. (…) Il problema prende spunto dal recente stazionamento nelle acque antistanti Crotone di un impianto di perforazione - che si è posizionato accanto alla preesistente piattaforma “Hera Lacinia Beaf - per effettuare, con la durata presumibile di mesi 6, interventi manutentivi e di miglioramento delle capacità estrattive della stessa piattaforma. Al termine dell'incontro, nel corso del quale sono stati forniti alcuni elementi conoscitivi sulle modalità operative, tecniche ed autorizzative dei lavori attualmente in corso nelle acque antistanti la città, il Procuratore della Repubblica ha disposto una indagine conoscitiva sui lavori, delegando la Capitaneria di Porto di Crotone ad "espletare le pertinenti attività investigative". Il parlamentare, poi, continua affermando che “la nuova piattaforma, apparsa nel mare antistante Crotone, si trova situata nei pressi della Riserva marina di Isola Capo Rizzuto e dell’Area archeologica di Capocolonna e le suddette attività di manutenzione potrebbero provocare l'inquinamento delle acque marine a causa dell'utilizzo, per la perforazione, di fluidi nocivi e a causa della formazione di reflui (frammenti di roccia e fango esausto) che dovrebbero essere inviati a terra per essere smaltiti; la Calabria è una tra le regioni italiane a maggior rischio sismico: secondo la riclassificazione sismica del territorio nazionale (effettuata ai sensi dell'ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003) l'intero territorio nazionale è stato classificato in quattro zone indicate con i numeri da 1 (a maggior rischio) e 4 (a minor rischio). La Calabria è l'unica regione italiana ad essere interamente compresa nelle zone 1 e 2. Crotone, in particolare, è stata inserita nella zona 2, pertanto con un rischio elevato di eventi sismici”. Alla luce di tutto ciò, Oliverio chiede se “la società Eni abbia presentato richiesta di autorizzazione per la realizzazione del nuovo pozzo HL18dir, ricadente sul promontorio di Capo Colonna, per il prelievo di metano in ambiente marino e, in caso affermativo, se confermino o meno la conclusione dell’iter autorizzativo e se siano in grado di assicurare che tutte le procedure di valutazione dei rischi legati all'attività estrattiva siano state condotte con il massimo rigore scientifico e fondate sul principio di precauzione ambientale;
se sia stato effettuato uno studio sulla subsidenza, finalizzato ad accertare l'impatto delle eventuali nuove perforazioni sui movimenti di abbassamento verticale della superficie e, quindi, sulla loro pericolosità per i cittadini e il patrimonio storico-archeologico della città di Crotone; se – prosegue il parlamentare - possano garantire che i lavori eseguiti dall’impianto di perforazione off shore “Gfs Kei Manhattan” siano solo ed esclusivamente interventi di manutenzione e che non comportino la perforazione di nuovi pozzi; se e quali iniziative - conclude il parlamentare del pd - intendano adottare per verificare che le operazioni di manutenzione della piattaforma e le eventuali nuove trivellazioni citate in premessa non abbiano un impatto negativo per l'ecosistema marino, per la salute dei cittadini e per le attività economiche inerenti alla pesca e al turismo e, in caso positivo, quali strumenti intendano attivare per evitare il protrarsi delle attività inquinanti, per la bonifica dei siti e per il risarcimento economico della popolazione locale”.